GiovanINformazione ricorda il rapimento Moro
Oggi ricorre il 40esimo anniversario del rapimento di Aldo Moro (16 Marzo 1978), e della morte dei 5 uomini della sua scorta.
Ai tempi il governo Andreotti, insediatosi in quei giorni, istituì in parlamento un’apposita commissione d’indagine, presieduta da Francesco Cossiga (futuro Presidente della Repubblica). I 55 giorni di prigionia di Moro (fino alla sua uccisione il 9 Maggio 1978) furono un periodo buio della nostra storia italiana, successe qualcosa.
Oggi ricordando questo drammatico evento dobbiamo chiederci non cosa, ma perchè sia successo.
In quelle settimane si stava consolidando una nuova prospettiva politica, quella del “Compromesso Storico”, e cioè l’accordo tra due dei partiti più importanti di quel periodo: la Democrazia Cristiana (con Moro presidente) e Il Partito Comunista Italiano (ai massimi storici grazie all’importante presenza di Berlinguer). I due stavano siglando un accordo che avrebbe unito le due forze politiche su vari temi e che (visti gli anni drammatici che ne sono seguiti) avrebbe magari cambiato le future sorti dell’Italia, ma a qualcuno questo non stava bene.
Oggi conosciamo finalmente la verità, oggi sappiamo che dietro la Brigate Rosse c’era l’Unione Sovietica, sappiamo che il kgb da mesi pedinava Moro, sappiamo che ai Russi non piaceva questa apertura moderata di Berlinguer perchè avrebbe compromesso gli equilibri europei, ma sappiamo anche della presenza influente della Nato e degli USA, con il pressing di Henry Kissinger su Cossiga ed Andreotti. Pensare che il giorno prima della morte di Aldo Moro, era stato comandato alle forze dell’ordine di invadere l’abitazione in cui era imprigionato il politico, ma poi l’ordine venne ritirato. Il resto è storia conosciuta.
Quando guardiamo a quel lontano 16 Marzo del ‘78 ricordiamo che chi sapeva ha deciso di tacere piuttosto che agire per salvare una vita umana e che quel tragico evento, così oscuro, alla fine fece 6 vittime, e decise il futuro della nostra Italia.
“Anche se ci fu certamente una convergenza d’interessi interni ed internazionali io credo che la volontà di eliminare il principale candidato alla presidenza della Repubblica - che accomunava Licio Gelli a Francesco Cossiga, che poi divenne presidente della Repubblica e prima ancora presidente del Consiglio - abbia avuto un peso prevalente nel tragico sviluppo della vicenda Moro. E questo ‘movente’ lo aveva ben compreso lo stesso Moro.” (Ferdinando Imposimato)
Marco Vetrugno