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Sabato, 23 Novembre 2024
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La statua della Madonna Immacolata fa visita nella chiesa di Sant’Antonio Abate.

Un passaggio straordinario ed emozionante, che ha interessato l’intera comunità religiosa di Carmiano, grazie all’unione d’intenti del nuovo padre spirituale della confraternita don Pompilio Damiano, il priore Pippi Manca e il parroco di Sant’Antonio, don Riccardo Calabrese.

Il simulacro delle Madonna, protettrice di Carmiano, sosterà nella parrocchia, che per l’occasione rimarrà aperta dalle 8 alle 21, fino al 28 novembre, quando in processione farà ritorno nell’antica chiesetta dell'Immacolata.

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“Tra le mie carte, conservo con cura, dei bollettini, inviati a molti cittadini di Carmiano negli anni dal 1937 al 1939. Avevano lo scopo di spronare i carmianesi a dare il loro contributo in denaro per la costruzione della nuova chiesa parrocchiale di Carmiano,iniziata il 12 marzo del 1913 per volontà dell'allora parroco di Carmiano Don Salvatore Ciccarese. I bollettini erano redatti da Monsignor Luigi Paladini al tempo rettore del Seminario Vescovile di Lecce. Carmianese, uomo molto erudito,conoscitore della storia di Carmiano e delle lingue classiche, greco e latino. Scriveva in un italiano perfetto, piacevole da leggere. Ma ciò che più interessa, sono le notizie su Carmiano che i bollettini contengono.

Monsignor Paladini scrive della storia,degli uomini,delle famiglie carmianesi del suo tempo. Ricorda cittadini di Carmiano che vissero il momento più bello della nostra storia: il periodo del Risorgimento, i fatti che avvennero a Carmiano al tempo del plebiscito che doveva decidere l'unione al Regno d'Italia. Poi scrive della chiesa dell'Immacolata che pare sia la più antica perché conservata come fu costruita. Dice che la chiesa ha avuto grande importanza nella vita religiosa di Carmiano ed è stata considerata sempre e da tutti un piccolo santuario mariano. Voglio soffermarmi brevemente su questo argomento. La chiesa dell'Immacolata è stata considerata per culto, devozione, affluenza di popolo a messe,processioni, novene,feste popolari, miracoli che molti fedeli hanno implorato e forse ottenuto,un santuario e questo si è verificato specialmente dopo la definizione del dogma dell'Immacolato concepimento definito l'otto dicembre del 1854. Preciso inoltre che tutte le notizie sulla Chiesa,le ho apprese dalla lettura dei bollettini di Monsignor Paladini e che quindi torna a lui il merito di aver fatto conoscere ai carmianesi tali notizie. Sopra l'altare maggiore era scritto un distico latino. I distici sono brevi componimenti di due versi. Il primo verso è un esametro (nella metrica latina,verso di sei piedi),il secondo è un pentametro(verso di cinque piedi). Il distico della Chiesa è il seguente: “1- Eva fave tu pacis seps dis errat ut evae; 2- Tu terres id spes si caput Eva favet”. Il distico ha una metrica perfetta. Il secondo verso è formato dalle stesse lettere del primo messe in ordine inverso. Per secoli molti latinisti hanno cercato il significato di quei due versi senza riuscirci. Si pensa che l'autore dei versi, sia stato Don Donato Franco. Monsignor Paladini offre una traduzione che è questa: "Tu nuova Eva siepe,muro,fortezza,propugnacolo di pace,ci proteggi affinchè il demonio tentatore fugga via." Il distico quindi è una preghiera con cui si invoca la protezione di Maria contro il demonio.

Sull'arco che chiude l'abside sono scritte inoltre parole di fede nel dogma dell'Immacolata definito come già detto,l'8 dicembre 1854 da Pio IX. Le trascrivo: "Ave virgo Maria Immacolatae Conceptionis Tu Carmiano meo civica mea Vigil esse patrona". Traduzione: "Ave o Vergine Maria dell'Immacolata Concezione. Tu mia Patrona,sei per la mia Carmiano la vigile protettrice".

Dietro l'altare maggiore,in una nicchia c'era dipinta l'effige della madonna. Per secoli è stata oggetto di venerazione di molti fedeli. La leggenda narra che l’effige dipinta su pila di pietra sarebbe stata trovata da una vecchietta accanto a un pozzo. L'effige fu poi portata sul luogo dove fu poi eretta la Chiesa. Il trasporto si rese difficile perché la pila divenne sempre più pesante e molti uomini non riuscivano a sollevarla. Pare fosse stata portata a Carmiano dall'oriente al tempo della caduta di Costantinopoli o al tempo delle incursioni dei Turchi. Molto altro ancora si potrebbe raccontare della nostra Chiesa. Ma quanto detto spero possa bastare per considerarla un vero gioiello,uno scrigno in cui sono racchiuse vera fede e forte culto in un alone di mistero e leggenda”.

Gabriele B. Miglietta

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L’Immacolata è un rito religioso importante per Carmiano, che gode di questa protezione da diversi secoli, tanti quanti cristallizzati dalla chiesa omonima (la cui apertura al culto risale al 1654) e alla devozione mariana esplosa nel paese dal ritrovamento casuale dell'immagine sacra alla fine del 1500 (che adorna ancora l'altare maggiore).

La chiesa dell'Immacolata è il più antico edificio sacro che Carmiano è riuscito a conservare. E' certamente un bene architettonico di grande valore, ma è anche un luogo di pellegrinaggio mariano che ha interessato tutti i paesi del circondario. Numerosi fatti straordinari sono attestati nel corso del 1600, fatti che hanno spinto l'amministrazione comunale a chiedere l'adozione del patronato civico.

L'Immacolata è diventata protettrice del paese ufficialmente tra la fine del 1600 e l'inizio del 1700, confermata da un documento ufficiale nel 1736 accluso al catasto onciario del 1748, ma ci sono fondati indizi che il protettorato civico sia contemporaneo alla costruzione della stessa chiesa, avvenuta con il concorso economico di tutta la popolazione. Da allora la Madonna dell'Immacolata e Carmiano sono diventati endiadi indissolubili, un simbolo identitario incancellabile, che ha segnato le vicende cittadine sino ai nostri giorni. Nel 1800, in seguito alla nascita della confraternita omonima e alla lotta scatenata per una statua privata (quella dei Lecciso), è nato l'appellativo di "Madonna Nostra", che è poi rimasto nel lessico popolare. Quella statua (deì Lecciso) è andata distrutta per un incendio avvenuto nella chiesa madre nel 1931, spingendo gli amministratori a commissionare una nuova statua, che è poi quella che ancora oggi onoriamo. La situazione è da tempo cambiata rispetto alle clausole compromissorie firmate nel 1864 con la costruzione della cappelletta dei Lecciso. In presenza di questa novità (finora oscurata) il simulacro dell'Immacolata confezionato nel 1932 può trovare permanente ricovero nella sua chiesa elettiva ed essere oggetto di devozione popolare senza condizionamenti logistici e limiti temporali.

Don Bruno Spagnolo

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