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Sabato, 23 Novembre 2024
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Ritardi nel piano di rigenerazione olivicola della Puglia

Ritardi nel piano di rigenerazione olivicola della Puglia

Profondo rosso per il piano di rigenerazione olivicola della Puglia. Sotto i riflettori i ritardi nell’applicazione dei fondi stanziati nella misura 2.B (reimpianti e riconversioni tramite cultivar di olivo resistenti - art. 6) e nella sottomisura 5.2, in relazione all’evento calamitoso derivante dalla diffusione di Xylella fastidiosa nel territorio dell’UE. L’allarme lanciato da imprenditori del settore olivicolo e agricoltori pone l’attenzione sulle difficoltà burocratiche e lunghe attese nel reperire le quote spettanti sui 300milioni stanziati dalla Regione Puglia, e che di fatto rischiano di incidere sulla desertificazione di un territorio già fortemente deteriorato dalla Xylella. “Serve una stretta sulle misure del PSR, quelle vecchie che procedono a singhiozzo e col contagocce, e quelle nuove per il rimboschimento delle aree colpite dalla Xylella a rischio desertificazione, gli investimenti e una accelerata al piano straordinario per la rigenerazione olivicola – afferma Coldiretti Puglia - perché sono ancora fermi al palo i 134 milioni di euro, a distanza di 15 mesi dalla pubblicazione del Decreto Interministeriale del marzo 2020. Non c’è più tempo di grovigli e scarica barile istituzionali tra Regione Puglia e Ministeri competenti”. Coldiretti Puglia ha quindi rimarcato che finora “è stato finanziato solo il 6% delle istanze di espianto e reimpianto, solo 521 domande e 23 progetti collettivi, per l’esiguità delle risorse pari a 40 milioni di euro a fronte di una richiesta complessiva per 216 milioni di euro. Serve una rimodulazione del piano, valutando quali strumenti non abbiano assorbito tutti i fondi a disposizione e per quali ragioni. Anche la misura ‘Salva Frantoi’ va riattivata – ha aggiunto Coldiretti Puglia - perché dei 35 milioni di euro sono stati spesi solo 6 milioni di euro a causa dei requisiti di accesso e vanno rimessi a disposizione delle strutture dismesse, vendute all’estero, con oltre 100 frantoi che non riapriranno più i battenti a causa della grave crisi causata dalla Xylella. Ancora ferme al palo le risorse per il contrasto al vettore da destinare agli enti pubblici - per la rimozione degli ulivi secchi, la ricerca, la diversificazione produttiva, con il fallimento delle misure per gli innesti degli ulivi monumentali che ha registrato l’adesione di sole 91 aziende agricole per la farraginosità dell’intervento”.

Analisi severa sull’utilizzo dei fondi per la rigenerazione olivicola della Puglia arriva anche da Giovanni Melcarne, presidente del Consorzio Olio Dop Terra d’Otranto. “E’ un disastro annunciato dopo 8 anni di ritardi. L’impegno dell’assessore Donato Pentassuglia non basta senza una visione d’insieme che possa produrre un efficace piano per riprogettare l’intero territorio. In Puglia occorrono politiche agricole adeguate – sottolinea Melcarne – altrimenti non basteranno 50 anni per rigenerare l’agricoltura”. Insoddisfazione sull’utilizzo dei fondi condivisa anche dal rappresentante nazionale di Anga – Confagricoltura, Camillo Villani Miglietta. “Il psr con bandi del 2017 procede lentamente, mentre siamo in grande ritardo per quanto riguarda le recenti misure di rigenerazione olivicola. E anche la questione della diversificazione delle colture, che potrebbe garantire un importante ripresa del territorio è sparita dai radar. Le prospettive future per il Salento non sono incoraggianti – evidenzia Villani Miglietta - servirebbe che tutti i ministeri si responsabilizzassero a supporto di Mipaf e Regione per programmare un piano di rigenerazione complessivo”. Maggiore fiducia nelle attività è espressa invece della referente di Cia Salento, Emanuela Longo. “La misura 5.2 sta andando avanti con l’acconto del 50% alle aziende che ne hanno fatto richiesta, anche se al momento si riscontra un problema dovuto alle condizioni meteorologiche e all' approvvigionamento delle piantine, quindi sarebbe necessaria un’ulteriore proroga per dare la possibilità a tutte le aziende di ultimare gli impianti. Per quanto riguarda la misura dell’art 6 purtroppo su 8mila istanze presentate ne sono state ammesse solo 521, veramente troppo poche. Se pensiamo che la superficie olivetata in provincia di Lecce è pari a 85440 ettari – conclude Longo - auspichiamo quindi uno scorrimento della graduatoria, perché c’è tanto da fare e solo con la collaborazione di tutti possiamo ridare un volto al Salento”.

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