Aumenta dello 0,13% l'aliquota addizionale Irpef regionale per 78mila pugliesi con reddito oltre i 50mila euro. Si riduce invece dello 0,08% la tassazione sui redditi tra i 28mila euro e i 50mila euro. Il provvedimento di adeguamento alla normativa statale delle aliquote dell'addizionale Irpef in Puglia è stato approvato martedì scorso in Consiglio regionale, a seguito del via libera espresso in Commissione Bilancio con sei voti favorevoli, quattro contrari e un astenuto. Con la nuova rideterminazione sono stati previsti quattro scaglioni di reddito: il primo fino a 15mila euro, il secondo fino a 28mila euro, il terzo fino a 50mila euro ed il quarto oltre i 50 mila euro. Al netto delle modiche per terza e quarta fascia, l’aliquota resta invariata invece per i redditi ricadenti nel primo e secondo scaglione.
La riduzione di aliquota disposta per i redditi compresi tra 28 mila e 50 mila euro impatterà su una platea di 326.441 contribuenti, pari al 19,5% del totale dei contribuenti pugliesi. Invece, l'incremento di aliquota sui redditi di importo superiore a 50 mila euro riguarda circa 78mila contribuenti, pari al 4,5% del totale. Il calcolo se declinato su ogni singolo soggetto comporta un aggravio di 19 euro annui per un reddito pari a 75 mila euro, mentre sale a 47 euro per i redditi pari a 100 mila euro. Le entrate dai redditi oltre i 50 mila euro si agiranno intorno a 3 milioni di euro in più.
Rimodulazione Irpef che ha alimentato il dibattito in aula tra le parti politiche. L’assessore al Bilancio Raffaele Piemontese è intervenuto per illustrare il provvedimento, evidenziando che «la Regione Puglia, nell’uniformare l’articolazione degli scaglioni di reddito dell’Irpef alla legge statale, ha apportato modifiche alle maggiorazioni dell’aliquota base dell’addizionale regionale, mantenendo inalterata la pressione fiscale generale». Piemontese ha poi precisato che «la Puglia è la Regione più virtuosa con una tassazione tra le più basse rispetto alle altre Regioni d’Italia». Lega e Fratelli d’Italia hanno votato contro il disegno di legge di adeguamento degli scaglioni e delle aliquote dell’addizionale regionale all’Irpef, chiedendo di “ridurre le tasse ai cittadini meno abbienti”.
Misura regionale ritenuta “legittima ma di chiara natura politica” da parte del docente di Economia alla facoltà di Giurisprudenza a Bari, Francesco Porcelli. “La parte politica, facendo leva sul concetto base sancito dalla nostra Costituzione, cerca di graduare la progressività della tassazione. La misura, dal punto di vista economico potrebbe avere come obiettivo il rilancio dei consumi, ma per i riscontri bisogna attendere un’analisi postuma. Al contrario – aggiunge Porcelli - rappresenterebbe un rischio nel breve periodo l’aumento dei risparmi”. Analisi ripresa anche dal presidente dell’Ordine dei commercialisti della provincia di Lecce, Fabio Corvino. “E’ un provvedimento che segue una logica politica e di fatto premia i redditi del ceto medio, penalizzando quelli medio-alti. Nonostante la volontà della ridistribuzione del reddito il rischio attuale è di penalizzare gli imprenditori. In questa fase quindi ritengo errato aver messo mano alla leva fiscale. La Regione viceversa avrebbe dovuto garantire maggiore risorse alle famiglie e la riduzione della spesa pubblica”.