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Sabato, 23 Novembre 2024
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Sette artisti internazionali a Gallipoli per “Segni & risegni”, il sesto simposio di scultura in pietra leccese organizzato da Caroli Hotels all’interno dell’Ecoresort Le Sirenè di Gallipoli. Sino a domani, 29 novembre, artisti provenienti da Austria, Romania, Albania e Italia realizzeranno delle sculture in pietra leccese (il materiale è fornito da BiancoCave) ispirate alle bellezze del Salento. Opere che resteranno esposte nel parco naturale annesso alla struttura alberghiera.

Il direttore artistico del Simposio è Mario Calcagnile. Il presidente onorario è Antonio Bianco. Oltre allo stesso Calcagnile, gli altri artisti sono: Marianna Blier (Austria), Fabio Giannotta (Italia), Massimo Miglietta (Italia), Adrian Popescu (Romania), Genti Tavanxhiu (Albania) e Valeria Vitulli (Italia). Su ciascuna scultura sarà applicata una targhetta riportante il titolo dell’opera e il nome dell’autore anche nel codice di lettura e scrittura braille.

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L’arte per "combattere" il coronavirus e ridurre le distanze umane in queste lunghe settimane segnate dall’emergenza sanitaria. Mary Urso, 26enne, artista leccese e carmianese d’adozione, ha voluto così condividere la sua passione pubblicando sui social, ogni giorno ininterrottamente dal 10 marzo, un disegno per sognare, gioire, riflettere, “sentirsi meno sola e far sentire tutti meno soli” in questo periodo.

Cinquantaquattro disegni e una lettera, quella di oggi, in cui Mary racconta la sua iniziativa partita da lontano e che oggi giunge al termine volgendo il pensiero alla fase2. “Quanto sembra distante quella data. Quante cose sono cambiate e quante rimaste invariate. Quanti sono stati i giorni difficili, tristi, quelli che sembravano durare 48 ore. Domani però – scrive Mary sui social - non finirà questa guerra, sarà solo una delle tante battaglie che, forse, abbiamo vinto. Spero che ognuno di noi ringrazi Dio per non esser stato infettato in questi mesi e capisca l'importanza che ha il non dover essere infettati nei prossimi di mesi, quelli cruciali. Siate responsabili, affinché tutti i nostri sacrifici non siano stati vani.

L’esperienza #unoalgiorno – prosegue la giovane artista leccese - giunge al termine, sperando di non dover più tornare, sperando non ci sia più bisogno di starci "accanto" in questo modo, sperando che possiate apprezzare la mia "dote" in altre circostanze. Grazie immensamente a chi mi ha seguita ogni giorno, supportata e, perché no, sopportata. Grazie perché vi ho sentiti lontanamente vicini a me. Da domani tornerò alla mia quotidianità "quasi" normale. Ritornerò a vedere quelle poche persone fondamentali della mia vita, ma nel loro e nel mio rispetto. Perché questo virus – conclude Mary Urso - una cosa me l'ha insegnata: voler bene al prossimo più che a se stessi, proteggersi per proteggere chi amiamo.

I 54 disegni sono visibili sulla pagina facebook https://www.facebook.com/mary.urso.makeda/

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In occasione dei solenni festeggiamenti in onore di San Giovanni Battista, siamo lieti di pubblicare la descrizione dell’intervento di recupero dell’affresco che ritrae il Santo bambino, eseguito dal restauratore Gianni Liaci all’interno dell’antica chiesa dell’Immacolata a Carmiano. San Giovanni Battista è l’unico per il quale la religione cattolica celebra la nascita, onore riservato solo alla Beata vergine Maria e a Gesù Cristo.

 L’affresco, rinvenuto sul muro perimetrale dell’attigua cappella, occupa la parete di fondo della nicchia che accoglie una vasca in pietra leccese, scolpita sul fronte; il dipinto è presumibilmente databile intorno a fine ‘600, anni in cui si realizzano gli altri affreschi presenti nella sacrestia. San Giovanni è raffigurato come un bambino riccio seduto a terra su uno sfondo agreste, con una croce composta di canne incrociate da cui pende il cartiglio che riporta le parole ”ECCE AGNUS DEI” che ebbe a pronunciare vedendo Gesù al Giordano come narrato nei Vangeli; veste una pelle di cammello molto semplice per indicare la povertà e l'umiltà del Santo nel deserto ed un mantello rosso, segno del martirio. Con la mano indica l’Agnello al suo fianco, principale attributo iconografico ed un evidente riferimento alle parole del cartiglio oltre ad indicare la purezza del battista.

Descrizione della vasca: La vasca, collocata all’interno della nicchia, è scolpita in un unico blocco di pietra leccese. Sul fronte è scolpita una testa alata dalla cui bocca esce una cannula di rame collegata al contenitore sovrastante anch’esso in rame contenuto nel vano scavato.

Stato di conservazione: Al momento della scoperta non si avevano notizie alcune sulla presenza dell’affresco, era infatti coperto da diversi strati di scialbo e la nicchia nascosta altresì da un rivestimento in plastica. Un’ispezione conoscitiva dello stato di conservazione delle superfici, che presentavano solo una decorazione a finto marmo sull’intradosso, ha fatto sì di scoprire l’affresco celato sotto gli scialbi che nel tempo già si erano staccati naturalmente dalla superficie pittorica. Leggere sollecitazioni con l’ausilio del bisturi hanno fatto cadere lo scialbo sollevato e portato alla luce l’affresco.

L’affresco: Si presentava in ottimo stato di conservazione, il supporto ben adeso alla struttura muraria, non presentava distacchi né lesioni. Non si notavano tracce di umidità di risalita e di sali solubili né presenza di muffe. La superficie pittorica appariva impolverata e presentava su diverse zone e in particolar modo ai bordi tracce di concrezioni carbonatate e scialbo più tenace che ne deturpava la lettura unitaria. Il colore si era ben conservato, non presentava cadute o lacune.

La vasca: L’intera superficie della vasca, soprattutto il fronte scolpito, era coperta da diversi strati di scialbo ed uno spesso strato di vernice grigia ricopriva anche il contenitore di rame che all’interno era invece fortemente ossidato.

Intervento di restauro sull’affresco. In sede di restauro, ed a seguito di un più attento esame delle opere, ogni operazione e metodologie d’intervento ed i materiali da utilizzare sono state puntualizzate e concordate con la Direzione dei Lavori (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Lecce Brindisi e Taranto). Dato il buono stato di conservazione è stato sufficiente eseguire un’accurata pulitura meccanica (con bisturi) di tutta la superficie con la rimozione degli strati d'intonaco e di scialbo più tenaci. Non è stato necessario per ciò intervenire con una pulitura chimica con solventi idonei, se non a dei semplici lavaggi con acqua demineralizzata per eliminare i residui di polvere e scialbo. Una serie di micro stuccature delle pochissime lacune con polvere di pietra leccese, calce e sabbia hanno preparato la superficie al ritocco pittorico con colori ad acquerello per riequilibrare cromaticamente l'insieme e permettere una migliore lettura dell’opera.

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Gli alunni delle scuole dell’Infanzia di Carmiano e Magliano salutano la fine dell’anno scolastico con “Arte in festa”.

Le manifestazioni che hanno ottenuto grande apprezzamento, premiano impegno di alunni e maestre dei tre plessi scolastici. Tantissimi i disegni e le realizzazioni artistiche in mostra nei giorni scorsi nelle sedi di Via Giorgione e Piazza Ariosto a Carmiano e Via Grassi a Magliano, realizzate dai piccoli scolari, molti dei quali hanno ricevuto anche il “diplomino” per il passaggio nella scuola dei grandi.

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La vita di Padre Pio raccontata in musical. 

Appuntamento questa sera alle 20.30 presso il cineteatro Lumière di Carmiano, con lo spettacolo musicale "Il profumo dell'amore". Il musical, coinvolgente e commovente, racconterà la vita e le opere del frate francescano divenuto Santo: Padre Pio da Pietrelcina.

Regia di Roberto De Cruto, che è anche art director con Sarah Malerba. Coreografie affidate alla maestra Ninfa Fersini. Evento organizzato in collaborazione con assessore alla cultura Stefania Arnesano e patrocinato da Regione Puglia e comune di Carmiano.

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Videointervista a Gisella Centonze, presidente dell'associazione culturale "Filippu e panaru".

Appuntamento sabato alle ore 20.30 presso il teatro comunale di Novoli con il 4° concorso di poesia Premio Filippo Fasanelli "La mia terra, le mie radici" e la serata di beneficenza "Suoni e canti della Terra".

Presenta Ivan Bonetti. Ospiti della manifestazione "la compagnia della Piccola Luna" diretta dal M°Giancarlo Scardia e gli artisti: Luigi Pascali, Maurizio D'Anna, Giusy Colella, Kitty Rizzelli, Tommy Miglietta, Paolo Miglietta, Rossano Ruggeri, Vittorio Ciurlia.

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Gli alunni della scuola dell’infanzia di Carmiano e Magliano alla riscoperta delle bellezze del territorio. Raduno delle scolaresche alle 9,30 in piazza del Tempo. Prima tappa l’antica chiesa dell’Immacolata. I bambini sono stati accompagnati, lungo il percorso culturale, dalle insegnanti del plesso di via Grassi e del “Vittorino da Feltri” di piazza Ariosto.

Al progetto scolastico “Incontro con l’arte tra passato e presente” ha collaborato l’assessore alla cultura Stefania Arnesano e Pasquale Marino nel ruolo di “cicerone”.

Nella seconda tappa dell’itinerario culturale si è fatto visita alla vecchia chiesa di San Giovanni e la chiesetta di don Felice, dove è custodita la statua della Madonna Immacolata. Infine, visita della casa dove per alcuni anni ha soggiornato l’architetto Giuseppe Zimbalo autore del barocco leccese e di alcune opere presenti a Carmiano e Magliano.

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Oltre le meravigliose spiagge, il Salento offre mille e uno motivi per ritornarci tutto l’anno. In primavera, tra passeggiate in spiaggia, uliveti e le tappe golose proponiamo un week end lungo per scoprire gioielli inediti presenti nell’entroterra salentino.

Tra antichi monasteri e luoghi di culto, eccellenze artistiche, prelibatezze enogastronomiche siamo andati alla scoperta del territorio abbracciato dall’Unione dei Comuni Union 3 e lambito dalle bellissime spiagge di Porto Cesareo.

Ma se le spiagge sono così famose e rinomate sono i paesini poco distanti (tra i 6 e i 15 chilometri) a riservare incredibili sorprese: Copertino, Leverano, Lequile, Carmiano, Arnesano, Monteroni e Veglie, centri ricchi di storia e di aziende di eccellenza per imperdibili tappe golose! Il consiglio è di vivere un week end lungo di primavera per cinque notti e quattro giorni, che è stato sperimentato con successo da un gruppo di giornalisti nazionali esperti di moda, eventi e turismo ed è stato realizzato dai sindaci e dagli assessori al turismo e cultura dei Comuni di Copertino: Sandrina Schito e Cosimo Lupo, Carmiano: Giancarlo Mazzotta e Stefania Arnesano, Porto Cesareo: Salvatore Albanese e Paola Cazzella, Arnesano: Emanuele Solazzo e Marco Petrelli, Monteroni: Angela Storino, Piero Favale e Antonio Madaro, Veglie: Claudio Paladini e Giusy Nicolaci con l’arch. Flavio Vetrano, Leverano: Marco Rolli e Antonio Scalcione e Lequile: Antonio Caiaffa e Vito Litti. Guida, lo storico dell’arte, Francesco Montinaro. Responsabile tecnico organizzativo, l’ing. Daniele Ciardo di Union 3.

Il viaggio, progettato da Carmen Mancarella, direttrice della rivista di turismo e cultura del Mediterraneo Spiagge (www.mediterraneantourism.it) è stato realizzato grazie al Bando Ospitalità della Regione Puglia, Assessorato alle Industrie turistiche e culturali, Servizio Turismo, nell’ambito del Programma operativo Regionale FESR-FSE 2014-2020 “Attrattori culturali, naturali e turismo” Asse VI - Tutela dell’ambiente e promozione delle risorse naturali e culturali - Azione 6.8 Interventi per il riposizionamento competitivo delle destinazioni turistiche.

PRIMO GIORNO:

LEVERANO, LA TORRE DI FEDERICO II E IL PRIMO CRONISTA DEL SALENTO

Guardava e guarda ancora oggi il mare la Torre di Federico II a Leverano, che si eleva in tutta la sua maestosa bellezza nel cuore del centro storico. Venne fatta realizzare dal grande imperatore, Federico II, il Puer Apuliae, per scopi difensivi. Oggi la Torre, aperta dai volontari della Pro Loco, ospita eventi e viene fatta visitare su richiesta. Un’esperienza unica visitarla anche all’interno per ammirarne i suoi camini ingentiliti da decori e sculture di pietra e le sue volte a sesto acuto!

Nel centro storico, tra affascinanti viuzze, ricoperte di basolato, scopriamo la casa del primo cronista del Salento: Girolamo Marciano, che visse nel ‘500. Medico, umanista, affrontava lunghi viaggi spesso scomodi e avventurosi, alla scoperta del Salento, di cui ha il merito di aver descritto minuziosamente tutte le sue bellezze paesaggistiche e storiche. Un grande lavoro da cronista, di documentazione, molto prezioso per le generazioni future. La sua opera sarebbe poi stata “imitata” dal grande studioso Cosimo De Giorgi nell’800. Che descrisse scoperte archeologiche, gravine, vore, foreste, querceti… A Leverano rifulge la Cantina Conti Zecca, una famiglia dedita sin dal XVI secolo all’agricoltura, che vanta il primo vino imbottigliato: 1922 è l’anno della prima etichetta dal nome che è tutto un programma: Rifugio. Oggi Rifugio è un apprezzato ed elegante primitivo, Igt Salento e accanto a questo pregiato vino vi sono poi Donna Marzia, Saraceno e l’etichetta top NERO. Con le sue 1800 botti l’azienda vanta la bottaia più grande del Salento e produce 3milioni di bottiglie, assorbite per il 70% dal mercato italiano! Gorgoglia, si muove, parla.. entrare nella bottaia dei Conti Zecca è quasi un’esperienza mistica. Si sente il vino vivere!

A Leverano ha sede un importante mercato dei fiori, tra i 13 mercati più importanti d’Italia aperto tutti i lunedì e i giovedi pomeriggio.

LEQUILE, IL CONVENTO DAI PREGIATI AFFRESCHI E LA CHIESA D’ORO DI SAN VITO

Ma le sorprese non sono finite qui. Il nostro viaggio si chiude in bellezza a Lequile, un’altra cittadina dai tesori immensi. A bocca aperta e con il naso all’insù ammiriamo gli affreschi nel refettorio del convento dei frati francescani, ancora ben conservati. Anche qui campeggia l’Ultima Cena, circondata, sulle pareti laterali da scene sulla vita dei Santi e lo storico incontro tra San Domenico e San Francesco. Ma è la cornice di angioletti lungo le pareti laterali a divertirci e ad emozionarci. Gli angioletti, nudi e paffutelli, giocano chi con una zucca, chi con un coniglietto, chi con un animale fantastico, chi con la spada (tanto da ferire un amichetto) e sembrano veramente muoversi. Sembrano vivi e allegri e danno movimento a tutta la sala, rimasta intatta anche con i suoi arredi originari. Al piano superiore del convento ecco un altro gioiello, l’antica biblioteca dei frati che conserva pregiati libri antichi!

Raggiungiamo poi la chiesa di San Vito, protettore di Lequile. Elegante e maestosa, dagli altari barocchi, ha l’altare principale sormontato da un’Aquila, simbolo di Lequile e molti dei fregi sono dorati!

Una grande scoperta è anche la chiesa madre, ampia e ricca di altari barocchi e tele pregiate.

Durante il nostro viaggio è di scena la Passione Vivente, organizzata dal gruppo Teatrale Gli Spiritosi e le Parrocchie. Protagonisti giovani attori, che propongono drammi teatrali tutto l’anno, un modo per unire i giovani, stare insieme e far sentire ai viaggiatori il senso di uno spirito di comunità, ormai perduto nelle grandi città.

SECONDO GIORNO

CARMIANO, LA CITTA’ DEL PANE E DELL’ENOGASTRONOMIA

Il tour a Carmiano inizia già con una tappa golosa. Siamo nel forno Rosetta di Stefano Conversano. Qui il pane è molto buono perché viene fatto con un’attenta selezione di farine. Ogni anno il Forno organizza per i bimbi delle scuole elementari, la Festa del pane “con lo scopo di sensibilizzare i bambini circa l’importanza del mangiar bene e sano”, dice il titolare, che, con la sua giovane compagna è appassionato di danza ed è dj.

Il cioccolato artigianale è una prelibatezza nella Pasticceria Perrone, famosa ormai a livello nazionale. Imperdibili sono i cioccolatini ripieni di negroamaro e primitivo, in omaggio ai due vitigni autoctoni del Salento!

Altra imperdibile tappa golosa è l’Azienda agricola “Verola” del commendatore Spedicato&figli, grappe e liquori a base di acquaviti del Salento. “La nostra idea”, dice uno dei fratelli “nasce dalla considerazione che grandi distillerie sono sorte in zone dove non ci sono vigneti! Noi qui nel Salento abbiamo uve straordinarie. Ecco perché abbiamo deciso di dedicarci alla produzione di grappe e liquori a base di acquavite e frutta, riscuotendo un grande successo”. Indimenticabili i liquori di acquavite al carrubo, alla mandorla, ciliegia e amarena…

E’ sempre più apprezzata dai mercati nazionali ed esteri la giovane cantina Vaglio Massa a Carmiano che, firma le etichette biologiche Sputafele e I fratelli.

Infine il centro storico di Carmiano custodisce un gioiello: la chiesa dedicata alla Madonna Immacolata. I suoi altari barocchi sono stati restaurati di recente dai cittadini, riuniti nella Confraternita, che organizzano, l’8 dicembre, una grande Festa in onore della Madonna Immacolata, quando si distribuisce tra i fedeli, anche il pane benedetto. “Più di 30mila persone hanno partecipato lo scorso anno alla processione in onore della Madonna Immacolata”, dice l’assessore Stefania Arnesano. “E’ una festa molto sentita dove si vive ancora il forte senso di comunità”.

PORTO CESAREO, LE SPIAGGE E LA VIA DELLE PESCHERIE

Tutti i centri dell’Unione Union 3 sono vicinissimi a Porto Cesareo che, con le sue meravigliose spiagge da Torre Lapillo a Punta Prosciutto rappresenta un must per l’estate salentina. Porto Cesareo centro è rinomata per i suoi spettacolari tramonti.

A poche centinaia di metri dal lungomare, l’isola dei conigli, chiamata così perché durante la Seconda Guerra mondiale venne popolata con conigli, tutti finiti in padella e che, con la bassa marea, a volte, è raggiungibile anche senza nuotare (si appieda). Nel centro, ecco la colorata via delle pescherie, vere e proprie boutique del pesce, che d’estate si trasformano anche in ristoranti cotto, fritto e mangiato! La conduttrice di Linea Blu, Donatella Bianchi ha definito la via delle pescherie di Porto Cesareo la più bella al mondo!

Porto Cesareo è famosa per l’Area Marina Protetta e il Parco regionale terrestre che si estendono fino al territorio della confinante Nardò. Nella Torre di Torre Lapillo ha sede il Centro di educazione ambientale che organizza escursioni, visite guidate alla scoperta delle meraviglie della riserva terrestre e dell’area marina e che ha da poco aperto anche un centro di salvataggio e recupero delle tartarughe marine nella Torre di Torre Chianca, restaurata da poco. Ne ha parlato il presidente del Cea, Antonio Buccolieri nell’accogliere i giornalisti.

TERZO GIORNO

ARNESANO vanta uno tra i palazzi marchesali più grandi del Salento. E’ vasto 2mila metri quadrati. Pregiata, al primo piano la sala degli affreschi che viene utilizzata anche per matrimoni civili. Al piano terra vi è la biblioteca comunale, essendo divenuto il Palazzo di proprietà comunale. Nel centro storico si dipanano palazzi nobiliari di pregiata bellezza. Il tempo sembra essersi fermato nel palazzetto-casa di Selvaggio Guarini, che fu sindaco di Lecce tra il 1575 e il 1576. La sua casa, che risale al ‘500 è rimasta intatta. Ma è la chiesa della Madonna dell’Annunziata a rivelare veri e propri gioielli: altari barocchi dove si leggono ancora i segni del colore! Sì perché il barocco leccese non era bianco, come lo vediamo noi oggi, ma dipinto con colori pastello, che sfumavano dall’indaco al rosa!

MONTERONI LE VILLE ECLETTICHE DA SET CINEMATROGRAFICO E IL GRANDE PALAZZO NOBILIARE

A pochi passi da Arnesano si trova Monteroni. Anche qui, attenti lavori di restauro hanno portato al suo antico splendore il grandioso palazzo baronale, che domina il centro storico. Tra ampi saloni, camini decorati, il grande atrio, anche il palazzo baronale di Monteroni è tra il più sontuosi del Salento. Monteroni è famosa per le ville di campagna, le ville della valle della Cupa, che, in stile eclettico erano circondate da magnifici giardini, e venivano utilizzate dai nobili, in estate, per la villeggiatura. Oggi sono state trasformate anche in set cinematografici! Elegantissima Villa Misdraghi circondata da un ampio giardino profumato da un maestoso albero di canfora.

A Monteroni non si può non visitare la bottega del maestro Carlo Carlà che nel 1976 ha realizzato la prima bicicletta aerodinamica con cui Moser ha vinto i Mondiali! Creatività, ingegno, maestria si concentrano tutte nelle sue mani e nella mente del maestro Carlà, un ragazzino di 88 anni, ancora oggi così innamorato del suo lavoro!

A Monteroni una chicca è infine la cantina Apollonio dei fratelli Apollonio. Sono famosi al mondo per i loro vini. Ma anche la loro cantina merita una visita per la bottaia e una deliziosa sala degustazioni ricavata all’interno! La cantina è così elegante e curata da poter essere scelta per un set fotografico e cinematografico!

VEGLIE, LA MADONNA DELLA FAVANA

A Veglie il complesso monastico della Madonna della Favana è uno scrigno che custodisce incredibili tesori. A partire dalla chiesa del convento dalle volte interamente affrescate! Si entra poi nel chiostro e nel grande refettorio dei frati francescani, che facevano sì una vita durissima di lavoro e preghiera, ma amavano anche circondarsi di opere d’arte. Così ecco il grande affresco dell’Ultima Cena con una descrizione dettagliata dei prodotti tipici salentini: il primo manifesto della tavola a chilometro zero. Le fave (da cui il nome Madonna della Favana) i carciofi, il pane ben lievitato e persino un agnellino arrosto, che sembra vivo! Poi si scende nella cripta. Si starebbe ore a contemplare la Madonna dolcissima, affrescata nel gesto di allattare il suo Bambino. Regale sì per i suoi pregiati vestiti e la corona dorata, ma molto umanizzata!

Tappa poi nella piccola chiesa Madonna della Pietà per ammirare gli affreschi che raccontano la Via Crucis e, a pochi metri di distanza, eccoci in un frantoio ipogeo dalle macine di pietra, ben conservato e aperto al pubblico. I frantoi ipogei devono considerarsi i pozzi petroliferi del Salento. L’olio, che veniva prodotto, serviva solo in minima parte per usi alimentari. Era esportato in gran quantità dal Porto di Gallipoli (da cui partivano fino a 70 navi al giorno) per illuminare le vie, le piazze e le case delle grandi città come Londra, Parigi, Mosca! Con l’olio del Salento vennero anche oliate le macchie della prima e della seconda Rivoluzione industriale inglese! Da tanta ricchezza sono nate le ville eclettiche, i palazzi nobiliari e le chiese barocche!

Da ben due anni, Veglie propone con grande successo La Passione Vivente, di scena la sera della Domenica delle Palme. Un attore famoso come Giorgio Cantarini, protagonista da bambino nel film premio Oscar, La VITA E’ BELLA, ha interpretato Gesù per le vie del centro storico assieme agli abitanti e agli attori del paese, un evento curato da Veglieventi e dalla compagnia teatrale Rosa con la regia di Roberto De Cruto.

QUARTO GIORNO

COPERTINO, LA CITTA’ DI SAN GIUSEPPE, IL SANTO DEI VOLI E DEL FLOROVIVAISMO D’ECCELLENZA

Il nostro viaggio si conclude a Copertino, il cui centro storico è dominato dal magnifico e imponente castello angioino, curato dalla Sovrintendenza che ha da poco avviato nuovi lavori di restauro. Sulla porta di ingresso, già il suo biglietto da visita: non solo lo stemma gentilizio, ma anche armi e armature per dimostrare la potenza militare e scoraggiare eventuali nemici. Tutto il castello è circondato da un profondo fossato e le sue torri sono a sperone, per reggere meglio agli attacchi da armi da fuoco. Attraversare le sue ampie sale d’armi significa ascoltare l’energia della pietra e provare l’emozione di ripercorrere gli stessi passi, fatti nel passato da cavalieri e armigeri, indaffarati con piani di difesa e di attacco! Magnifica la cappella gentilizia degli Strafella, interamente affrescata con le tombe dei nobili, rette da cariatidi a forma di sfinge e leoni!

Ma Copertino è famosa al mondo perché ha dato i natali a San Giuseppe, il Santo dei Voli, protettore degli studenti e dell’Aviazione. Il suo corpo riposa a Osimo, ma il suo cuore batte a Copertino. E’ custodito nella chiesetta, che si trova di fronte alla casa dove nacque: una stalla. Tutto parla di LUI. La Chiesa delle Clarisse, nel cuore del centro storico è il luogo dove, si racconta, il Santo, spiccò il primo volo, in estasi per amore della Madonna e poi ancora il famoso Santuario della Grottella, annesso al convento dove San Giuseppe fece vita monastica. Anche il castello è legato a lui: il papà ne era il custode!

Ma Copertino è anche una città straordinaria per le sue eccellenze nel campo enogastronomico. L’azienda Rolli è sempre più apprezzata per il suo pregiato vino bianco da Moscatello Selvatico, prodotto in edizione limitata. Un’imperdibile tappa golosa è la Masseria Roto Galeta, a due passi dalle spiagge di Porto Cesareo e condotta dal giovanissimo Alessandro Maghenzani, che, dopo essersi laureato in lettere e specializzato in editoria, ha deciso di dedicarsi all’allevamento e alla produzione di pregiati formaggi.

A pochi passi dal castello di Copertino c’è ancora oggi un piccolo gioiello: il Forno di Grazia, un forno di pietra dove ancora oggi le famiglie di Copertino portano il loro pane da cuocere e lo firmano con un fiore, una croce… un segno distintivo per riconoscerlo da quelli delle altre famiglie. Qui la titolare usa ancora il lievito madre tramandato di generazione in generazione sin dal ‘700!

Tradizione e innovazione si coniugano e convivono nella stessa realtà. Scopriamo a Copertino l’azienda florovivaistica più grande d’Europa, tra le più importanti al modno, la Cairo&Doutcher fondata dall’israeliano, Uzi Cairo. Leader nella produzione di una varietà di alberi di melagrane, più rosse e con l’8 per cento di polifenoli e antiossidanti in più rispetto alle altre varietà. L’azienda investe 250mila euro l’anno in ricerca per lanciare sul mercato nuovi innesti e varietà, adatte al clima dell’Italia meridionale. Se di melograno sono stati già impiatati ben 2mila ettari tra Sicilia, Calabria, Lazio, Basilicata e Puglia, la nuova frontiera sono, ora, gli alberelli di mango, avocado e gogji. “Non vendiamo solo le piante”, dice Uzi Cairo, di padre copertinese e madre israeliana, “ma anche le tecniche di coltivazione”.

Il nostro tour, avvenuto prima di Pasqua, fotografa “La Passione Vivente” portata in scena a Copertino dal Comitato cittadino di Torre Santa Susanna, in provincia di Brindisi; un intero paese che da anni si sposta per far vivere un momento tragico e così emozionante della vita di Gesù.

ALESSANO, LA CITTA’ DI DON TONINO BELLO. Il nostro viaggio alla scoperta del Salento magico e misterioso si chiude ad Alessano, nel Capo di Leuca. E’ la seconda meta del turismo religioso in Puglia, dopo San Giovanni Rotondo. Ogni week end, arrivano ad Alessano, vicino a Santa Maria di Leuca, moltissimi pellegrini, spinti dal desiderio di visitare la casa natale e pregare sulla tomba di don Tonino Bello, il vescovo di Molfetta, per il quale è stato avviato il processo di canonizzazione. Don Tonino morì esattamente il 20 aprile di 25 anni fa. Per celebrare questo importante anniversario, il 20 aprile di quest’anno arriverà Papa Francesco!

Don Tonino Bello è da considerarsi un Papa Bergoglio ante litteram. Infatti, divenuto vescovo di Molfetta, si spogliò di tutti i gioielli, rinunciò ad autista e auto blu, per girare in 500 e aprì le porte del vescovado agli ultimi: i drogati, i ladri, le prostitute, i disoccupati. Soffriva per le ingiustizie della società. Predicava la Chiesa della Stola e del Grembiule, la Chiesa che diffondeva la Dottrina, ma era pronta a mettersi al servizio dei poveri, indossando il Grembiule per servirli. Don Tonino era anche un grande scrittore dalla prosa nitida. Scolpiva le parole e i sentimenti., chiedendo a Dio di diventare la sua ala di riserva per volare assieme a lui. Tra i suoi libri più belli “Maria, donna dei nostri giorni!” Morì a soli 52 anni dopo aver partecipato alla Marcia per la pace a Sarajevo!

Ad Alessano è facile incontrare il nipote Stefano che ricorderà i momenti più belli vissuti con lo zio e aprirà volentieri la sua casa natale, divenuta sede della Fondazione. “Non vogliamo trasformare don Tonino in una statua, né in santini, non vogliamo mercificare la sua immagine”, dice il nipote. “Piuttosto cerchiamo con la fondazione di tenere vivo il suo messaggio di pace”.

Davanti alla casa di don Tonino Bello, merita una visita la Chiesa Madre, così imponente e sontuosa perché destinata a divenire sede di Vescovado. Alle spalle della casa, invece, si va alla scoperta di un delizioso centro storico, impreziosito da ricchi ed eleganti palazzi gentilizi e dove fiorì una comunità ebraica nella tipica Giudeca.

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Doppio appuntamento a teatro il 20 e 21 ottobre con “Il Piccolo Principe”.

L’opera letteraria di Antoine de Saint-Exupéry, pubblicata nel 1943, tratta temi importanti come l’amicizia, l’amore, il senso della vita e la morte. Negli anni l’opera ha riscosso un enorme successo, tanto da esser tradotta in ben 253 lingue e divulgata in tutto il mondo.

Il Piccolo Principe approda a Carmiano, su iniziativa dell’assessore alle politiche sociali Emanuela Bruno, e sarà portata in scena per due serate al cineteatro F.lli Lumière dalla compagnia del regista Salvatore Della Villa. Spettacolo fedelissimo al testo di Saint-Exupéry, la riproduzione è stata una delle rare produzioni mondiali autorizzate dagli eredi e Gallimard, che hanno concesso il placet scrupoloso di rappresentazione per l'adattamento e la regia a Salvatore Della Villa. Gli stessi costumi e scene, disegnate dall'artista Disney Emilio Urbano, sono fedeli ai disegni originali dell'autore. Le musiche originali sono firmate da Gianluigi Antonaci, che ha cucito addosso ad ogni personaggio note e temi identificativi di grande atmosfera.

"Tu, fino ad ora, per me, non sei che un ragazzino uguale a centomila ragazzini. E non ho bisogno di te. E neppure tu hai bisogno di me. Io non sono per te che una volpe uguale a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi, noi avremo bisogno l'uno dell'altro..."

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