In occasione dei solenni festeggiamenti in onore di San Giovanni Battista, siamo lieti di pubblicare la descrizione dell’intervento di recupero dell’affresco che ritrae il Santo bambino, eseguito dal restauratore Gianni Liaci all’interno dell’antica chiesa dell’Immacolata a Carmiano. San Giovanni Battista è l’unico per il quale la religione cattolica celebra la nascita, onore riservato solo alla Beata vergine Maria e a Gesù Cristo.
L’affresco, rinvenuto sul muro perimetrale dell’attigua cappella, occupa la parete di fondo della nicchia che accoglie una vasca in pietra leccese, scolpita sul fronte; il dipinto è presumibilmente databile intorno a fine ‘600, anni in cui si realizzano gli altri affreschi presenti nella sacrestia. San Giovanni è raffigurato come un bambino riccio seduto a terra su uno sfondo agreste, con una croce composta di canne incrociate da cui pende il cartiglio che riporta le parole ”ECCE AGNUS DEI” che ebbe a pronunciare vedendo Gesù al Giordano come narrato nei Vangeli; veste una pelle di cammello molto semplice per indicare la povertà e l'umiltà del Santo nel deserto ed un mantello rosso, segno del martirio. Con la mano indica l’Agnello al suo fianco, principale attributo iconografico ed un evidente riferimento alle parole del cartiglio oltre ad indicare la purezza del battista.
Descrizione della vasca: La vasca, collocata all’interno della nicchia, è scolpita in un unico blocco di pietra leccese. Sul fronte è scolpita una testa alata dalla cui bocca esce una cannula di rame collegata al contenitore sovrastante anch’esso in rame contenuto nel vano scavato.
Stato di conservazione: Al momento della scoperta non si avevano notizie alcune sulla presenza dell’affresco, era infatti coperto da diversi strati di scialbo e la nicchia nascosta altresì da un rivestimento in plastica. Un’ispezione conoscitiva dello stato di conservazione delle superfici, che presentavano solo una decorazione a finto marmo sull’intradosso, ha fatto sì di scoprire l’affresco celato sotto gli scialbi che nel tempo già si erano staccati naturalmente dalla superficie pittorica. Leggere sollecitazioni con l’ausilio del bisturi hanno fatto cadere lo scialbo sollevato e portato alla luce l’affresco.
L’affresco: Si presentava in ottimo stato di conservazione, il supporto ben adeso alla struttura muraria, non presentava distacchi né lesioni. Non si notavano tracce di umidità di risalita e di sali solubili né presenza di muffe. La superficie pittorica appariva impolverata e presentava su diverse zone e in particolar modo ai bordi tracce di concrezioni carbonatate e scialbo più tenace che ne deturpava la lettura unitaria. Il colore si era ben conservato, non presentava cadute o lacune.
La vasca: L’intera superficie della vasca, soprattutto il fronte scolpito, era coperta da diversi strati di scialbo ed uno spesso strato di vernice grigia ricopriva anche il contenitore di rame che all’interno era invece fortemente ossidato.
Intervento di restauro sull’affresco. In sede di restauro, ed a seguito di un più attento esame delle opere, ogni operazione e metodologie d’intervento ed i materiali da utilizzare sono state puntualizzate e concordate con la Direzione dei Lavori (Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Lecce Brindisi e Taranto). Dato il buono stato di conservazione è stato sufficiente eseguire un’accurata pulitura meccanica (con bisturi) di tutta la superficie con la rimozione degli strati d'intonaco e di scialbo più tenaci. Non è stato necessario per ciò intervenire con una pulitura chimica con solventi idonei, se non a dei semplici lavaggi con acqua demineralizzata per eliminare i residui di polvere e scialbo. Una serie di micro stuccature delle pochissime lacune con polvere di pietra leccese, calce e sabbia hanno preparato la superficie al ritocco pittorico con colori ad acquerello per riequilibrare cromaticamente l'insieme e permettere una migliore lettura dell’opera.