Novoli ricorda le Foibe con mostra e incontro pubblico
Novoli ricorda la giornata delle Foibe con una commemorazione religiosa e civile in programma domattina a partire dalle 10.30
Il Giorno del ricordo legato al massacro delle Foibe e l'esodo dalmata-giuliano, è una solennità civile nazionale italiana, celebrata il 10 febbraio di ogni anno e istituita con la legge 30 marzo 2004 n. 92, per “conservare e rinnovare la memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale”.
A Novoli, su iniziativa delle consigliere comunali Federica Pezzuto, Annaviola Gravili e di diverse associazioni del territorio, con il patrocinio del Comune, si ricorderà la triste pagina di storia italiana, attraverso una mostra fotografica realizzata in collaborazione con l’Archivio di Stato di Lecce e l’Archivio Storico di Trieste e una conferenza illustrativa in programma alle 18:15 con la partecipazione di Alberto Capraro, Vice Sindaco di Castro, Marco De Luca primo cittadino di Novoli, il consigliere regionale Luigi Manca, l’onorevole Achille Villani Miglietta (firmatario proposta di legge n.3661/2003), Carmen Puscio e la giornalista Fabiana Pacella.
Foibe: Giorno del Ricordo
La data del 10 febbraio viene celebrata in memoria delle vittime delle foibe e dell'esodo giuliano-dalmata negli anni del secondo dopoguerra.
Istituita per legge nel 2004, la ricorrenza rappresenta il momento solenne in cui vengono ricordate le migliaia di infoibati e i circa 250mila profughi italiani che furono costretti a lasciare le loro case, dopo la firma dei Trattati di Parigi, il 10 febbraio 1947, che assegnavano alla Jugoslavia l'Istria, il Quarnaro e la maggior parte della Venezia Giulia in precedenza facenti parte dell'Italia.
"Un capitolo buio della storia nazionale e internazionale, che causò lutti, sofferenza e spargimento di sangue innocente. Non si trattò - come qualche storico negazionista o riduzionista ha provato a insinuare, di una ritorsione contro i torti del fascismo – il commento del Presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. Perché tra le vittime italiane di un odio, comunque intollerabile, che era insieme ideologico, etnico e sociale, vi furono molte persone che nulla avevano a che fare con i fascisti e le loro persecuzioni Solo dopo la caduta del muro di Berlino, il più vistoso, ma purtroppo non l'unico simbolo della divisione europea, una paziente e coraggiosa opera di ricerca storiografica, non senza vani e inaccettabili tentativi di delegittimazione, ha fatto piena luce sulla tragedia delle foibe e del successivo esodo - ha detto il capo dello Stato - restituendo questa pagina strappata alla storia e all'identità della nazione”.
Il ricordo delle vittime delle Foibe
Il 10 febbraio è il giorno del ricordo, per commemorare i circa 11mila italiani vittime delle Foibe nei territori d’Istria, Venezia Giulia e Dalmazia, al termine della seconda guerra mondiale. L’esodo di chi si opponeva o tentava di sottrarsi al regime di Tito in Jugoslavia, si trasformò in un terribile eccidio.
Il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, intervenendo sulla vicenda storica, ammonisce le divisioni politiche e ricorda che "le stragi, le violenze, le sofferenze patite dagli esuli giuliani, istriani, fiumani e dalmati non possono essere dimenticate, sminuite o rimosse, perché fanno parte, a pieno titolo, della storia nazionale e ne rappresentano un capitolo incancellabile, che ci ammonisce sui gravissimi rischi del nazionalismo estremo, dell'odio etnico, della violenza ideologica eretta a sistema".