Conquistare Gallipoli o distruggere le truppe nemiche sul litorale idruntino? Oppure puntare alle terre del capoluogo e invadere la barocca Lecce per insediarci il proprio quartier generale alla “conquista” del Salento.
Se tra amici avevate già avuto questo obiettivo mentre giocavate ai più famosi giochi di società di guerra, il vostro sogno con un lancio di dati e qualche mossa ben calcolata potrà diventare realtà con “Rosika salentino”: una versione tutta nuova e originale del famoso gioco di strategia militare, dedicata interamente al Salento.
Il gioco in produzione dal prossimo 7 febbraio, è un progetto nato nell’aprile del 2020 dalla creatività di Luca Manca, architetto, e Mattia Saponaro, 3D graphic designer, ex studenti universitari fuori sede che hanno preservato un legame indissolubile con la loro terra natìa. I due ragazzi, lontani dai loro affetti, durante il lockdown hanno dovuto reinventarsi per impegnare il loro tempo libero e per sentire meno la nostalgia di casa. E riscoprendo la passione per i giochi da tavolo, hanno pensato di crearne uno tutto loro “che fosse in grado di associare l’amore per la propria cultura, la passione per i giochi da tavolo e la bellezza del trascorrere ore tra amici e parenti – si legge nella descrizione riportata sulla pagina social degli ideatori. Un gioco che permettesse di ritrovare quella socialità autentica che il mondo odierno troppo spesso ci fa dimenticare”.
Il gioco “Rosika” nel richiamare le dinamiche di “Risiko” si basa esclusivamente sulla mappa del territorio salentino, divisa in 44 paesi e appartenente a 7 pianure: Copertino, Lecce, Nardò, Galatina, Gallipoli, Otranto e Leuca. Territori da conquistare o difendere non più con i classici carro armato e bandierina, ma con le “armate salentine” dei trattorini, torri costiere e pescherecci. E tra sole, mare e vento, altra novità di questa rivisitazione sono le “carte territori” contenenti gli epiteti attribuiti ai diversi cittadini del Salento. E così, tra i tanti, gli abitanti di Lecce diventano “sona campane” (campanari), quelli di Veglie sono riportati col soprannome ‘’cuejicuzzeddrhe’’ (raccogli lumache), quelli di Soleto “macari” (stregoni), Scorrano “Pedi niuri” (piedi neri), Carmiano “idrhicu te gomma” (ombellico di gomma). Ed ancora gli abitanti di Copertino “machi” (maghi) e di Otranto (“Fiji te Turchi”) col chiaro riferimento storico dell’invasione turca nella città nel 1480. Che la sfida abbia inizio!