Tecnologia, innovazione, edilizia e cantieristica: l’intervento dell’ingegnere Giulia Centonze
L’impatto del coronavirus sull’intero pianeta: nei modi di vivere, nelle attività e nel settore delle costruzioni, uno dei compartimenti trainanti dell’economia italiana e mondiale.
Edilizia: come si può ripartire dopo il lockdown? A questa domanda ci viene incontro il Protocollo CNI2799U del 20.04.2020, un Protocollo in cui si danno ulteriori misure che si aggiungono a quello del 14.03.2020 in cui si regolamentava circa il contenimento della diffusione del covid-19 nei cantieri edili. L’obiettivo principale è quello di fornire quante più indicazioni possibili finalizzate a incrementare nei cantieri l’efficacia delle misure precauzionali che da un lato limitano drasticamente la diffusione del contagio ma nello stesso tempo permettono la ripresa delle attività tutelando la salute dei lavoratori.
Il modo più efficace per ridurre il contagio è sicuramente quello di limitare le interazioni personali. Nella Fase 2 dell’emergenza Covid-19 diventa indispensabile perseguire una giusta via per ripartire in sicurezza. Un modo per iniziare a lavorare è quello di avere distanze minime di sicurezza tra i lavoratori da rispettare e riduzione degli assembramenti. In alcune situazioni può essere necessario aumentare gli spogliatoi per i dipendenti convertendo dei locali già disponibili o aggiungendo moduli prefabbricati. Gli orari di lavoro potranno essere riorganizzati con maggiore elasticità tramite turnazione del personale se non si ha rigidità della linea produttiva.
Nella fase 2 le aziende devono promuovere costantemente le buone pratiche di igiene personale e ambientale. La sanificazione degli ambienti dovrà essere eseguita ad ogni turno lavorativo: spogliatoi, servizi igienici, cabine ascensori, corridoi, ingressi devono essere ripuliti costantemente.
Inoltre tutte le aziende nella fase 2 dovranno misurare la temperatura corporea a tutto il personale prima di accedere in cantiere o negli uffici., devono essere presenti distributori di DPI (dispositivi di protezione individuale) e dispenser di gel sanificante dovranno poi essere installati all’ingresso e all’interno delle strutture in modo da invogliare maggiormente i lavoratori a farne uso durante il turno di lavoro. I luoghi di lavoro devono essere riprogettati per rispettare le distanze.
Le vie di transito per esempio, devono essere organizzate in modo tale che si possa accedere alla struttura anche nel caso in cui un accesso non è praticabile a causa delle attività di sanificazione. Alcune aree dell’azienda devono essere studiate appositamente per l’accesso, la sosta, il transito e l’uscita dei fornitori. Per il carico e lo scarico di materiale si dovranno attuare procedure ben organizzate, dove i trasportatori rimangono sui mezzi mentre una squadra si occupa della merce e successivamente passi in un locale adibito alla pulizia del personale.
Alla presenza di un lavoratore con sintomi di infezione respiratoria, l’azienda deve attuare un procedimento di gestione del caso, avvertendo immediatamente le autorità sanitarie competenti. L’azienda dovrà costantemente comunicare a livello locale, regionale e nazionale con gli enti che si occupano della gestione dell’emergenza.
Sarà un nuovo modo di interpretare la vita, le relazioni sociali e quelle lavorative, in attesa che tutto ritorni alla normalità, alle modalità lavorative che un tempo sembravano scontate e che oggi sono un rimpianto.
Giulia Centonze