Rubrica “BAR DELLO SPORT: parola al tifoso”
Che bella sensazione. Che liberazione. È da un mese che i tifosi giallorossi non provano quel dolce sapore della vittoria: più precisamente da Reggio Calabria, dove con zero tiri in porta si portò a casa il risultato, in un match che regalò meno emozioni di un ultimo turno di Terza Categoria tra due compagini ormai salve. Se in casa non si vince da tempo immemore, quantomeno torniamo a farlo in trasferta. E tutto ciò dopo il 2-2 subito all’ultimo assalto contro “l’armata brancaleone” Brescia, più sanguinoso quasi dell’harakiri Ascoli e degli odierni primi 7 minuti horror dove un Majer, bruttissima copia di quello che conosciamo, regala il pallone agli avversari al limite dell’area che al primo tiro, giustamente, puniscono con Gaetano. Un nuovo pomeriggio ricco di imprecazioni sembra delinearsi: nonostante la giusta mossa di mister Corini di far accomodare in panchina (e spero per moltissimo tempo) Stepinski e Zuta, per dar spazio a Gallo e Rodriguez, il Lecce non punge e soffre il pressing asfissiante della Cremonese. Coda è impalpabile e indisponente come pochi. Gallo soffre l’emozione del debutto dall’inizio, salvo poi riprendersi alla grande, Maggio si limita al compitino da 6, Henderson non è così pericoloso come ci si aspetta. Nonostante questo quadro catastrofico, il Lecce però contrariamente a quanto visto in avvio, prende campo e con Hjulmand che dimostra ancora una volta di avere fondamentali davvero importanti e Bjorkengren, la cui crescita è ormai sotto gli occhi di tutti, si affaccia con insistenza nell’area grigiorossa, pur non tirando mai in porta.
Poi la scossa, con la gioventù, la tecnica e l’estro del mosquito Pablo Rodriguez, fino a quel momento evanescente, a permetterci di cogliere il pareggio (la deviazione di Castagnetti è sicuramente decisiva). Lo spagnolo è emozione pura, adrenalina: una botta di vita per un Lecce che per troppo tempo si è dimostrato da geriatria per corsa e atteggiamento (chiedere informazioni a Zan Majer). Un pareggio, che al termine dei primi 45 minuti, è meritato: se i salentini si perdono a volte nei meandri del non-gioco, la Cremonese di Pecchia fa peggio.
Nella ripresa la squadra è sicuramente più pimpante: Gabriel non fa una parata sino all’85esimo. Rodriguez, ancora una volta, decide di prendersi la scena: dopo una bell’azione orchestrata con Henderson, Coda e Bjorkengren, il madrileno conclude in porta per l’1-2. Un rendimento pauroso: sempre decisivo. Spero di poterlo godere in maglia giallorossa almeno per un altro anno: sarà dura! Entra poi anche il redivivo Stefano Pettinari: che fare con questo calciatore? Siamo sicuri che debba essere scavalcato nelle gerarchie da uno Stepinski in difficoltà (non me ne voglia Mariusz, ma in questo momento mi è più antipatico del volume dell’esame di Diritto Penale). Si vede anche Yalcin, che sembra poterci far divertire e, Maselli che con quella veronica da urlo mi ha emozionato. Il coprirsi a riccio nuovamente negli ultimi minuti, con una difesa a cinque, ha messo a dura prova la mia cristianità, almeno fino all’ultimo corner della Cremonese, al minuto 93:30, dove ho rivisto i fantasmi di Brescia. A volte, ad essere masochista è anche il mister: il Lecce non sa difendersi! Va comunque bene e, alla fine, vinciamo meritatamente; la Cremonese è soltanto fumosa. Una boccata d’ossigeno grandiosa: certo guardare la classifica ora è da folli, per quanto il “Real” Monza si faccia surclassare in casa da un Pisa qualunque. Serve arrivare quanto prima a 50 punti per chiudere la pratica salvezza (Perugia docet) e magari consolidare il piazzamento in graduatoria playoff. È un Lecce ancora troppo ballerino: ma la vittoria, come si sa, è la miglior medicina. In attesa di recuperare i nostri "senior” che sembrano davvero aver accusato problemi fisici (chissà), godiamoci questa linea verde, questa vittoria e pensiamo già alla sfida contro il Cosenza. È il momento di fare gruppo!
Migliore in campo: Rodriguez
Peggiore in campo: Majer
Emanuele Spagnolo