A processo l’ex sindaco di Carmiano, Giancarlo Mazzotta, in qualità di custode giudiziario dello stabilimento balneare “Cala Marin” a Torre dell’Orso.
Il giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati ha accolto la richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla sostituta procuratrice Roberta Licci, rinviando a giudizio per il prossimo 7 marzo davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Lecce l’imprenditore 52enne, insieme al figlio 27enne, legale rappresentante della PGH Beach S.r.l. I due imputati, assistiti dagli avvocati Paolo Spalluto e Andrea Sambati, dovranno difendersi dalle accuse di violazione dei sigilli, frode processuale, abusi edilizi e paesaggistici. L’ex sindaco e attuale consigliere di minoranza a Carmiano, dovrà rispondere anche di istigazione alla corruzione. Il figlio, invece, di falso ideologico.
Al centro delle indagini, coordinate dalla procura, dopo il sequestro del lido nel marzo del 2018, ci sarebbe la presunta violazione dei sigilli rimossi il 13 maggio del 2019 per consentire la rimozione delle opere abusive e l’utilizzo illegittimo del servizio bar e del noleggio di ombrelloni. E nel corso di un sopralluogo avvenuto il 25 giugno dello stesso anno, Mazzotta avrebbe cercato di corrompere il comandante ed il tenente della Polizia Provinciale di Lecce invitandoli a visitare la struttura ricettiva “Barone di Mare” e in particolare il plesso in costruzione dedicato al benessere della persona, con frasi – riportate nel documento della Procura - del tipo: “Quando sarà ultimato potete tranquillamente accedere ai servizi. In questa struttura, se volete, siete i benvenuti anche con le vostre signore… Noi abbiamo sempre delle tessere a disposizione per i nostri clienti… E comunque anche quando lo stabilimento è pieno, ci sono sempre dei posti in prima fila riservati”, facendo così protrarre il tempo delle operazioni e “persistendo nel proprio intento anche dopo la stesura e la firma del verbale”.
Negli atti del processo anche le accuse di interventi e opere edilizie che i 2 imputati avrebbero effettuato nel luglio 2019 in assenza di valida paesaggistica e di permesso di costruire. Il via al dibattimento in aula è fissato per il 7 di marzo.