Stasera 12 agosto alle 20.30, a pochi giorni dalla solennità del patrocinio di Maria SS.ma Immacolata “Madonna Nostra” sul paese di Carmiano, tornerà a risuonare il monumentale organo a canne della chiesa matrice di Carmiano, dopo due anni di un meticoloso restauro, voluto dal parroco don Mario Pezzuto, e realizzato con i fondi raccolti dalla parrocchia, dal maestro organaro Giovanni Rega.
Il concerto, che celebra il restaurato organo a canne, dal titolo "Laudes Mariae" è affidato al maestro Biagio Putignano, organista e compositore, nativo di Carmiano.
Biagio Putignano, dal 2000 titolare della cattedra di Composizione presso il Conservatorio di Bari è diplomato in organo presso il Conservatorio di Santa Cecilia di Roma, ha conseguito i diplomi di pianoforte, musica corale, composizione e musica elettronica. È stato docente presso l’Università di Lecce e ha tenuto corsi e seminari in diversi Conservatori in Italia e all’estero (Bielorussia, Croazia, Finlandia, Grecia, Portogallo, Francia, Germania). Nel 2012 è stato nominato membro onorario de l’Academia de la Música Valenciana (Spagna), ed è stato insignito del riconoscimento d’onore “Il Sallentino 2012”, e dal 2015 ha ricoperto la carica di vicepresidente della Società italiana di musica contemporanea.
Ha composto oltre duecento lavori, tra cui dieci opere da camera, due oratori, diverse composizioni per orchestra, organici cameris4ci e corali, brani solis4ci, elettronici e installazioni sonore per eventi d’arte. Di particolare rilievo è la Messa di Ratisbona (2015) composta e dedicata a Papa Benedetto XVI.
Il maestro Putignano ha accolto con grande entusiasmo l'onore e l'impegno di far risuonare nuovamente il maestoso organo perché, come ha dichiarato agli organi di stampa: “La presenza di un organo a canne in una comunità non è solo un segno di devozione religiosa, ma è il suo specchio tangibile di una ricchezza culturale e storica che la caratterizza. Carmiano, nei secoli passati, poteva vantare la presenza di ben tre organi a canne: nell'antica chiesa matrice (poi demolita negli anni ’60), nella chiesa del Carmine e nella chiesa dell’Immacolata. La presenza di tre strumenti richiedeva necessariamente la cura e la perizia di musicisti locali. La formazione dei quali spesso avveniva in centri specializzati, e di conseguenza garantiva la circolazione di repertori musicali e composizioni originali. Il restauro dell’organo diventa quindi un elemento di attrazione culturale potente e prestigioso, efficace e indispensabile, che sposa la necessità di riappropriazione storica di una intera cittadina alla richiesta di cultura che viene dai suoi componenti”.
Pasquale Marino