"Coronavirus": allerta alta ma nessun contagio in Italia
E’ al sicuro nella sua Cisternino, ma il “Coronavirus” esploso a Wuhan, sulle rive del fiume “azzurro” nella Cina centrale, spaventa e non lascia tranquilla Aysha Beavers, 30enne italoamericana, rientrata dall’Oriente in Puglia a fine novembre, ma preoccupata per le condizioni dei suoi amici e connazionali. Lei, dottoranda in Giurisprudenza all’Università cittadina, sarebbe dovuta rientrare in questi giorni a Wuhan per completare il percorso accademico, ma la chiusura degli aeroporti la obbliga a restare in Italia, e a reperire notizie tramite Tv e social network. “Anticipando il rientro a casa per le festività natalizie per fortuna non vivo direttamente la situazione – ammette Aysha. Ora in Cina la condizione non è delle migliori, gli aeroporti resteranno chiusi almeno sino al 15 febbraio, non si potrà rientrare in Italia ed anche gli spostamenti da Wuhan verso Pechino sono sospesi”. Blocco in entrata e in uscita che l’autorità cinese avrebbe preso preventivando un aumento della diffusione del virus a partire dalle prossime settimane.
Come detto il focolaio dell’epidemia sarebbe stato individuato all’inizio di gennaio in un mercato di animali a Wuhan. Sotto i riflettori la vendita ambulante di pesce e carne di serpente. E con il virus in espansione attualmente sono cinque le città “isolate”, con forti limitazioni ai trasporti e agli eventi pubblici. Il governo centrale ha annullato inoltre i festeggiamenti in tutto lo Stato per il tradizionale capodanno cinese. “Il virus mette apprensione e complice le temperature rigide di questo periodo potrebbe avere vita facile – spiega la giovane pugliese. I miei amici preferiscono restare in casa e mi hanno comunicato che l’università è stata disinfestata, ma resta chiusa. Le raccomandazioni in questo periodo sono tante, tuttavia la situazione non sembra allarmare e in città o in metropolitana mi dicono si giri con le mascherine sul voto per prevenire l’eventuale contagio”.
Intanto a Wuhan, città la cui popolazione si aggira intorno agli 11milioni di abitanti, si prova a correre ai ripari con l’aumento dei centri di prevenzione pubblica e la costruzione di un secondo ospedale con 1200 posti letto per contrastare un virus che al momento ha fatto registrare 41 morti, mentre i casi infetti supererebbero le 3mila unità. Ma per gli italiani, in costante contatto con l’Ambasciata non ci sarebbero rischi. Tuttavia preoccupazioni e informazioni tra i nostri connazionali corrono sui social network. La piattaforma “we chat” quella più utilizzata per scambiarsi consigli e chiedere pareri sulle eventuali scorte di cibo da fare, sulle precauzioni da usare, luoghi da evitare e sulle tempistiche dei viaggi di rientro.
In Italia intanto resta alta l’allerta ma non si registrano situazioni di contagio come in altre nazioni. Sono cadute infatti anche le preoccupazioni riguardo la cantante che dopo una tournee in Cina era rientrata in Puglia avvertendo sintomi influenzali che in un primo momento avevano fatto temere all’infezione da “coronavirus” che ha tra i sintomi più comuni febbre, tosse e difficoltà respiratorie, poi risultate infondate.
“ItaWay”: il Salento sulle orme di Marco Polo
Il made in Salento conquista la Cina. Grande successo per la Cantina Fabio Cordella all’inaugurazione di ItaWay: il progetto di promozione ed inserimento delle PMI italiane nel mercato asiatico.
La vitivinicola Cordella con sede a Novoli in provincia di Lecce, di proprietà dall’imprenditore Fabio Cordella, unica azienda pugliese a sbarcare a Wuhan in Cina, per promuovere la carta de “Vini da Campione”, che annovera nel suo dream team prodotto nei vitigni doc salentini, tra Salice, Copertino e Novoli, tra negramaro, primitivo, verdeca e chardonnay, le firme di fuoriclasse ed ex stelle del calcio internazionale come Ronaldinho, Snejder, Zamorano, Candela e Buffon.
Il tour in Cina per la delegazione italiana composta da imprenditori e giornalisti, è iniziato venerdì 22 giugno, con la visita guidata al “progetto 636” nome in codice del secondo grattacielo più alto dell’Asia, costruito nella città di Wuhan, sulle sponde del fiume Azzurro, da “Greenland Holdings Group”, maggiore player a livello cinese e mondiale di sviluppo e gestione urbanistico-immobiliare.
Il giorno dopo è seguita l’apertura ufficiale dell’Italian Village, con il saluto dell’autorità, la presentazione del format, seguita da esibizioni folkloristiche, culturali e interventi sul tema import/export di buyer italiani già presenti sul mercato cinese. La manifestazione si è conclusa domenica 24.
In questo contesto, in continua e veloce evoluzione con cambiamenti nelle dinamiche sociali e di marketing non paragonabili attualmente nei paesi europei, si inserisce il programma “Itaway”, nato nel 2014 dall’idea del suo presidente Liu Song e realizzato dalle aziende cinesi "Tongling Dingliang Business Co, Ltd" e “Greenland Holding Corp” in collaborazione con la Camera di Commercio italiana a Shanghai.
ItaWay si pone l’obiettivo di portare in Cina le piccole e medie imprese italiane, offrendo negli Italian village, come quello di Wuhan City, capitale della provincia centro-orientale di Hubei, numerosi complessi architettonici a tema, all’interno dei quali aziende italiane potranno aprire le loro attività commerciali, e ospitare eventi e manifestazioni per una promozione del made in Italy a 360° sul mercato cinese. Inoltre il design delle piattaforme è interamente ideato dallo studio dell’architetto italiano Leonello Zago.
Ma cosa vuol dire concretamente “portare le PMI italiane in Cina”? Inserire le aziende in Cina significa registrare l’azienda e il marchio presso il registro delle imprese cinese, mettendole nelle condizioni per poter gestire in prima persona e non tramite terzi il proprio ingresso e la crescita nel mercato cinese, con spazi commerciali propri, personale cinese formato sul prodotto, strategie di vendita su misura per questo mercato. Il progetto vuole quindi creare nelle principali città cinesi di 2° fascia (tutti centri con popolazione compresa tra 10 e 20 milioni di abitanti) delle piattaforme logistiche, consultive, architettoniche commerciali, culturali e turistiche nelle quali far convogliare le PMI italiane.