Emozioni a teatro per "Noi cittadini del Mondo"
Tre serate all’insegna dell’arte e della cultura quelle che hanno visto come protagonisti sul palco del cineteatro “Fratelli Lumière” i bambini della 3A e della 3B della scuola primaria “A. Lecciso” di Carmiano dell’Istituto Comprensivo ad Indirizzo Musicale “G. Zimbalo”.
La prima sera, il 16 maggio destinata al progetto “Un mondo di note”, i piccoli cantanti, con voci e cuori all’unisono, hanno accompagnato il pubblico lungo un percorso espressivo non di sole note musicali, ma di avvicinamento a tradizioni e culture diverse. La musica interpretata e vissuta come strumento di abbattimento delle barriere culturali, di accoglimento delle differenze che, al contrario, uniscono. I bambini, magistralmente guidati dalla maestra Lucia Santoro, hanno saputo trasmetterci questo messaggio, interpretandolo come nessun altro avrebbe mai potuto fare. Stringendosi per mano, con la naturalezza e la spontaneità che li contraddistingue, ed unendo le loro voci, hanno voluto dimostrarci che i legami tra le persone nascono e si rafforzano sulla strada dell’integrazione e dell’inclusione sociale.
Lo spettacolo è stato accompagnato da una serie di immagini colorate e a tema: bandiere di ogni nazionalità distribuite sullo scena e una cartina geografica stampata sulle magliettine da loro indossate e riprodotta sullo sfondo hanno efficacemente rappresentato quel “mondo di note” che vorremmo, ove i popoli possano avvicinarsi anche attraverso l’arte.
Il 17 ed il 18 maggio, sotto la guida eccellente della maestra Lucia Puscio, i bambini hanno invece portato in scena, in veste di capacissimi attori, uno dei romanzi storici più importanti del panorama della letteratura classica italiana: “I Promessi sposi”. Tale rappresentazione, relativa al progetto “Renzo e Lucia, migranti di ieri e di oggi”, ha inteso dare concretezza al progetto lettura realizzato lo scorso anno scolastico con lo scopo di avvicinare i piccoli lettori ai grandi classici della letteratura italiana che, a prescindere dal trascorrere del tempo, riescono a mantenere inalterata la loro attualità e freschezza, così come la loro carica emotiva.
La scena centrale dello spettacolo è stata l’ “Addio ai monti”: “mala cosa nascer povero”, mala sorte dover mettere il proprio passato in una sacca per poi andare via di corsa su una barca, mormorando un sofferto “addio” mentre il dolore rimbomba in ogni ansa, cresce con la progressiva distanza dalla casa natìa, si alimenta con il timore di non poter più fare ritorno nella propria terra.
I piccoli attori sono chiamati ad interpretare e reinventare la storia raccontata da Manzoni, a rappresentare Renzo e Lucia come migranti di ieri e di oggi, a illuminare sotto una nuova luce una delle pagine più grandiose della letteratura mondiale, una pagina che ci offre l’occasione di affrontare - con profondità d’animo - il tema dei flussi migratori e della carica drammatica che essi si portano dietro. Questo stupendo brano, infatti, unisce tutta la potenza del suo alto lirismo con l’attualità di una tematica che ci scuote e colpisce.
Il pubblico, posto dinanzi ad una scenografia di grande impatto visivo è stato così letteralmente traghettato in un’epoca storica cronologicamente lontana ma a noi ancora tanto vicina.
I piccoli protagonisti, con i loro bellissimi costumi, hanno saputo reintepretare, con grande bravura, una storia quanto mai attuale che, incentrata sulla continua contrapposizione tra bene e male, ci induce a maggiore riflessione sulle tematiche dei flussi migratori.
La musica, sempre al centro della scena, ha perfettamente cucito le immagini dei piccoli attori che ci hanno raccontato, con la recitazione e con la danza, sia il dolore umano dell’ “Addio ai monti” con la scena di grande impatto emotivo dell’abbraccio senza tempo tra Lucia ed Agnese; sia la gioia del superamento di tutti i dolori e le difficoltà della vita, nel momento in cui Renzo e Lucia possono finalmente coronare il proprio sogno d’amore.
Uno spettacolo incalzante, in cui la bravura degli interpreti ha saputo convogliare l’attenzione dello spettatore sul messaggio conclusivo, quello della speranza che induce l’animo umano a non desistere e a guardare al futuro con maggiore positività. La scelta dello spettacolo teatrale è stata motivata dal bisogno di costruire percorsi didattici che favoriscano lo sviluppo della creatività, al fine di rendere la scuola un ambiente autenticamente produttivo, capace di stimolare gli alunni, le loro energie, le loro potenzialità ed i loro talenti personali.
Fare teatro a scuola, trasformando l’aula in un setting teatrale, significa mirare ad un percorso di crescita innovativo ed alternativo rispetto all’insegnamento tradizionale, significa favorire le interazioni e gli scambi tra alunni e docenti, offrire ai primi esperienze significative sul piano cognitivo, affettivo, emotivo, interpersonale e sociale. Alla luce di tutto, come genitori, siamo lieti di porgere i nostri più sentiti ringraziamenti alle insegnanti, Maria Lucia Santoro e Maria Lucia Puscio, guide insostituibile nella crescita dei nostri figli, per i loro rispettivi progetti, alla maestra di danza Ninfa Fersini e alla sua collaboratrice maestra Elisabetta Centonze, oltre che a tutti coloro che, a vario titolo e mettendo a disposizione le proprie competenze, hanno consentito l’impeccabile realizzazione di questo meraviglioso spettacolo.