"Bar dello sport - parola al tifoso"
Seconda vittoria consecutiva. Un 3-1 senza storia al "Via del Mare", lì dove non si vinceva dai tempi di Eugenio Fascetti. Siamo su Scherzi a Parte? Se fossi in preda ai fumi dell'alcol, probabilmente, direi di sì. Invece è tutto vero! In una fredda domenica di febbraio, dove mamma DAZN stoppa la richiesta di anticipo alle 17, magari per garantirsi il proprio pubblico "oceanico" che preferisce Lecce-Cosenza ad un film su Netflix, oppure più probabilmente per salvaguardare i leccesi e i cosentini che hanno svestito le maglie di Inter e Milan nel pomeriggio, il Lecce batte il Cosenza 3-1 nel posticipo del campionato cadetto.
Una gara che certifica due cose: la prima è che i giallorossi di mister Corini hanno le qualità per poter guardare avanti con ottimismo, e ci mancherebbe. La seconda, quella dello svantaggio sistematico che arriva nei primi dieci minuti di gara: se non fosse una costante, nessuno di noi sarebbe rimasto così poco seccato al bel goal di Gliozzi. Ma il Lecce da qualche partita a questa parte, non si scompone come in passato: ha pazienza, palleggia bene, prova ad aprire come una scatoletta di tonno la difesa calabrese chiusa ermeticamente. I giallorossi pian piano dimostrano di saperci fare. Hjulmand ci ricorda quanto il suo piedino sia raffinato dopo appena 10 secondi: se Sandro Tonali vale 35 milioni di euro, il norvegese biondo a quanto arriverà? Bjorkengren e Gallo sulla catena di sinistra sono impeccabili, Majer è in versione vintage ed è una goduria rivederlo così, il mosquito Rodriguez, "lu prezzemolo de ogne menescia", ci mette tecnica, corsa e intelligenza, soprattutto nell'occasione che porta al rigore. Tiro dal dischetto poi trasformato da Coda, che poi non punge ed anzi sbaglia quasi tutto quello che c'è da sbagliare: con Pettinari subentratogli che invece meriterebbe un 10 per come scende in campo, l'attacco del Lecce cambia. Importante anche il ritorno di capitan Mancosu: nei primi cinque minuti dal suo ingresso, il sardo è più confuso di un prete che si trova per caso in un rave party, ma poi quando si presenta l'occasione giusta per colpire, è monumentale. Altro rigore e, questa volta, trasformazione perfetta. Bentornato Capitano! Yalcin ha tanta tecnica, ma anche tanti chili. Un'ultima nota di merito va alla vecchia guardia: i volponi, quando vogliono, non sbagliano mai. Chiedere a Nonno Maggio e al buon Biagio Meccariello, che spinge in porta il terzo pallone della serata. Ed il suo sorriso per il goal diventa subito contagioso: per un minuto tutte le "meccariellate" vengono messe da parte. E francamente ci interessa anche poco. Siamo felici!
Ripartiamo da qui: dai sorrisi, dall'unione, dalla tranquillità che pian piano tutti stanno acquisendo, ambiente compreso. "Non vogliamo gente vincente, ma gente convincente" è lo slogan lanciato dagli Ultrà Lecce nel pre gara: tutti saranno indispensabili per concludere al meglio questa stagione che, al momento, ci vede salire a 38 recuperare una posizione sulla Spal, consolidare la zona playoff, ipotecare la salvezza, rimanere addirittura a -4 dalla promozione diretta. Meglio di così? Arrivederci a Pescara!
Up: Majer, Hjulmand
Down: Coda
Emanuele Spagnolo