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Sabato, 23 Novembre 2024
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Il Lecce vince al debutto in Serie A. Dopo la vittoria storica, testa alla Fiorentina

Il Lecce vince al debutto in Serie A. Dopo la vittoria storica, testa alla Fiorentina

Si dice che ci sia una prima volta per ogni cosa. E nella stagione in cui il Lecce taglia il traguardo dei 18 campionati in serie A, la banda D'Aversa si regala una storica vittoria all'esordio in stagione, che mai nelle precedenti 17 stagioni si era concretizzata. 
Un successo splendido, adrenalinico e, soprattutto, inaspettato. Il Lecce ha infatti cambiato tecnico, ha perso Hjulmand e Umtiti, ha lanciato da titolare il classe 2004 Dorgu, fresco vincitore dello Scudetto Primavera, Almqvist, Ramadani, Rafia tutti all'esordio in serie A, l'ultimo proveniente addirittura dal campionato di Lega Pro: dall'altra parte i vice campioni d'Italia, con mister Maurizio Sarri al terzo anno consecutivo, con una rosa collaudata e di tutto rispetto nonostante la partenza del sergente Milinkovic Savic. Ma il calcio sa ancora regalare emozioni, e non contano le griglie di Gazzetta dello Sport (Lecce al 19esimo posto), o i titoli ad effetto ("Lecce e Frosinone in ritardo"), ma il rettangolo di gioco, in grado ancora di sovvertire pronostici in maniera quasi inimmaginabile. Inimmaginabile si, ma allo stesso tempo incontrovertibile. Perché la vittoria del Lecce è netta, strameritata. 
Mister D'Aversa propone un 4-2-3-1 con quattro giocatori offensivi, veloci e frizzanti: il risultato è un Lecce che propone gioco, tira in porta, mantenendo allo stesso tempo quell'equilibrio di squadra, necessario a non mettere in risalto le caratteristiche di calciatori dall'assoluto valore tecnico come Felipe Anderson, Zaccagni e lo stesso Luis Alberto. Per 20 minuti abbondanti sono i giallorossi, trascinati da un pubblico da pelle d'oca, a fare la partita. Poi la Lazio passa in vantaggio da grande squadra: Ciro Immobile, di che se ne dica, resta un calciatore straordinario. 
I biancocelesti controllano senza troppi patemi. Nel secondo tempo i padroni di casa riprendono in mano la partita: un dominio continuo dal primo all'ultimo minuto. L'aggressività del Lecce è veemente: Pongracic giganteggia, anticipando Immobile su ogni pallone, Ramadani diventa il padrone del centrocampo, Banda manda al bar più e più volte Lazzari. Il gol però non arriva, e allora mister D'Aversa, decide di cambiare uomini e interpretazione del sistema di gioco, mescolando le carte, dimostrando più coraggio rispetto al predecessore: entra Kaba (doti fisiche importanti), capitan Strefezza agisce da sottopunta, Gallo sostituisce Dorgu, Burnete viene lanciato a centro dell'attacco e Baschirotto viene dirottato intelligentemente sulla fascia destra, per sfruttare ancor di più la sua fisicità sui cross lunghi provenienti da sinistra. In due minuti il Lecce manda in estasi 30mila persone: Almqvist prima e Di Francesco poi, a suggellare un successo ormai insperato. E sarebbe potuto arrivare il terzo con Strefezza prima e Ramadani poi. Un'emozione straordinaria, due scariche di adrenalina uniche, paragonabili solo, ad avviso di chi scrive, al rigore di Monza che ancora ben visibile nei cassetti della nostra memoria. In attesa che Corvino e Trinchera completino questo che ha tutta l'aria di essere un bel gruppo, la testa va già a Firenze.
Se il buongiorno si vede dal mattino, come si dice, non vediamo l'ora che si alzi questo sole.
 
TOP: Almqvist, Ramadani
FLOP: Gendrey
 
Emanuele Spagnolo
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