La provincia di Lecce all’ottavo posto in Italia per infortuni mortali sul lavoro: 13 le vittime nei primi sette mesi del 2021. I settori costruzioni, manifatturiero e trasporti quelli maggiormente interessanti dalle tragedie. In allarme i sindacati.
Il dato pubblicato nell’elaborazione statistica degli infortuni mortali sul lavoro a cura dell’osservatorio sicurezza sul lavoro di “Vega Engineering” su base dati Inail, rappresenta un quadro allarmante sulla sicurezza in ambito lavorativo soprattutto per il Salento, che sale al sesto posto assoluto in rapporto all’indice di incidenza sugli occupati (numero di infortuni mortali ogni milione di occupati) schizzato al 58,3% a fronte di poco più di 223mila persone occupate. Provincia di Lecce che si posiziona al secondo posto in Puglia, per numero di morti bianche, tre in meno rispetto a Bari (16 casi), ma con un’incidenza riguardo al numero dei lavoratori del capoluogo superiore di oltre 20 punti percentuale. Un’emergenza dunque dai numeri pesanti, che prosegue nonostante lo smart working e le attività produttive non siano ancora ripartite a pieno regime a causa dell’emergenza sanitaria, e sui cui i sindacati Uil e Cgil tornano a sollecitare interventi urgenti e più investimenti per la sicurezza sul lavoro. “Questi dati purtroppo non ci sorprendono – dichiara Salvatore Giannetto, segretario generale UIL Lecce - è una strage annunciata, che può essere fermata solo con un grande atto di responsabilità collettiva. Sicurezza, formazione e prevenzione sui luoghi di lavoro devono tornare al centro dell’agenda politica, con più risorse per mettere in sicurezza i processi produttivi, più ispettori, più controlli e un coordinamento degli interventi. La UIL, a tutti i livelli, sta martellando sul tema della sicurezza con la campagna 'Zero Morti sul lavoro. E la strada è già segnata grazie al 'Patto per la salute e la sicurezza sul lavoro. Abbiamo tutti lo stesso obiettivo – conclude Giannetto - portare il Salento fuori dalla crisi, rilanciare l’economia e l’occupazione. Facciamolo in modo responsabile, perché nessuna vita umana deve essere sacrificata sull’altare del profitto”. Maggiori controlli per la sicurezza sul lavoro richiesti anche dalla segretaria generale della Cgil Lecce, Valentina Fragassi. “Ci si è dimenticati in fretta, dopo il Covid, quale sia stato il ruolo del lavoro durante la pandemia. Sono numeri che si commentano da soli: la ripresa della produzione si sta caratterizzando per una generale disattenzione ai temi della sicurezza e della salute. Servono impegni seri, scritti e sanzionabili non solo in capo alle parti datoriali. Serve soprattutto un intervento deciso del Governo – prosegue Fragassi - va assolutamente incrementato il numero degli ispettori del lavoro per estendere i controlli sui protocolli di sicurezza e sull’applicazione corretta del contratto nazionale di lavoro, contro la diffusa cultura dello sfruttamento, che in questo territorio riguarda una molteplicità di settori, tra i quali spiccano agricoltura edilizia e turismo vertenze, lamentele e purtroppo incidenti sul posto di lavoro ed in itinere”.
La Puglia dicevano, come tutto il resto d’Italia. Le morti bianche infatti sono in aumento su tutto il territorio nazionale. Da gennaio a luglio del 2021 sono 677 le vittime sul lavoro registrate in Italia, di queste, sono 543 quelle rilevate in occasione di lavoro, mentre 134 sono quelle decedute a causa di un incidente in itinere. Rispetto a fine giugno 2021, ci sono 139 vittime in più nel mese di luglio. Ancora il settore delle Costruzioni quello che conta il maggior numero di lavoratori deceduti (64 dall’inizio dell’anno, 13 in più rispetto a giugno). Seguono: Attività Manifatturiere (54), Trasporto e Magazzinaggio (51 vittime da inizio anno), Commercio, Riparazione di autoveicoli e motocicli (34), Amministrazione Pubblica e Difesa (17), Sanità e Assistenza Sociale (15). La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 45 e i 64 anni (387 su un totale di 543).
Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro nei primi sette mesi del 2021 sono 50 su 543. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a luglio del 2021 sono 75. Il lunedì continua ad essere il giorno in cui si è verificato il maggior numero di infortuni nei primi sette mesi dell’anno.