Dai Lettori - "riceviamo e pubblichiamo"
Caro direttore,
sono una mamma che è appena "uscita" da un incubo chiamato Covid.
Una mamma che nonostante la sua negatività confermata da un sierologico, quattro giorni fa, è costretta a dover rispettare questa maledetta burocrazia che mi terrà lontana da mia figlia. I signori dell'ASL mi faranno il tampone al decimo giorno. Mi dirà, ma è la legge. Perfetto!
Ma la legge non tutela l'ammalato? In questi giorni di quarantena, in cui ero sola a casa, dove era l'asl? La sottoscritta non ha ricevuto né una telefonata per sapere come stessi né un avviso per comunicare che gli addetti mi avrebbero portato i sacchetti per l'indifferenziata. Sono campana e le dico che a Napoli, la così tanto chiacchierata Napoli, l'asl alle persone sole durante la pandemia e in caso di positività, ha portato la spesa e i medicinali a casa.
Sono stata fortunata in quanto non sono morta né di fame né di Covid ma mi dica cosa sarebbe capitato ad una persona anziana, oppure una donna poco fortunata, o semplicemente con una dispensa vuota. Sono davvero rammaricata e delusa dalla sanità pugliese forse in questo periodo troppo impegnata. A loro va il mio reclamo. Prestate attenzione, noi cittadini non siamo numeri o codici. Dietro a tutto ciò potrebbe esserci una persona che aspetta il vostro intervento.
A. G.