Il presente intervento, elaborato a quattro mani, ha come argomento principale il ruolo del confronto pubblico nel processo di formazione delle liste in vista della prossima scadenza elettorale.
Il pubblico confronto, appena avviato anche se solo a distanza, ha già permesso ad alcuni cittadini di proporre interessanti spunti di riflessione. Dagli interventi che si sono succeduti per l'elezione del Sindaco e del Consiglio Comunale del nostro Paese, emergono poche ma chiare indicazioni di come si dovrebbero comporre le liste da sottoporre a giudizio degli elettori. Tutti chiedono che si riscriva un nuovo metodo di governare. Orbene, per far ciò è imprescindibile che tra i candidati vi sia "un minimo comune denominatore" che è quello di passare da un modo "padronale" di gestione della cosa pubblica a quello che la nostra Costituzione chiede "la buona amministrazione" cioè quella di garantire il rispetto dei diritti dei singoli nell'interesse della collettività e di una oculata e sana gestione amministrativa. Ma Carmiano-Magliano è veramente pronto per fare questo?
La prima constatazione è che ad oggi nessuno possiede sufficienti informazioni tali da poter dare una risposta esaustiva alla domanda precedente, anche perché continuano a susseguirsi incontri privati ristretti da cui trapelano solo notizie frammentarie e talvolta contraddittorie. La seconda è che una risposta positiva potrebbe scaturire solo dal coinvolgimento di molti più cittadini e dalla capacità di questi di sensibilizzare l'opinione pubblica in maniera incisiva e realistica sulle attuali problematiche della nostra comunità. Da qui la necessità di continuare il confronto civico, sia a distanza che possibilmente, nell'assoluto rispetto delle norme anti-Covid, in presenza. Pertanto, in attesa che il quadro politico-sociale si evolva in fretta nella direzione da noi e da tanti cittadini auspicata, ci limitiamo ad elencare, sulla base delle passate esperienze, dirette e indirette, alcune generiche considerazioni (sotto forma di "errori da evitare"), ed una proposta operativa.
1) Non si dovrebbe discutere di una lista senza elaborare contestualmente gli aspetti essenziali (3-4 al massimo) di un progetto politico - amministrativo che punti almeno al medio termine. Diversamente si rischia di apparire uniti non per realizzare un progetto, ma per conseguire una vittoria, nella migliore delle ipotesi, fine a se stessa.
2) Il gruppo di persone chiamate ad esprimersi sulle possibili candidature non dovrebbe essere autoreferenziale e soprattutto non dovrebbe essere ristretto a pochi. Anzi, allargare la partecipazione soprattutto in questa fase darebbe un forte messaggio di coesione e di apertura a tutta la cittadinanza.
3) Non si dovrebbe individuare il candidato sindaco senza che un'analisi retrospettiva, fatta con la massima discrezione ma con altrettanta determinazione, ne abbia esaminato approfonditamente il profilo umano e politico: carattere, preparazione di base, attitudine ad amministrare e capacità di esprimere una leadership svincolata da ogni forma di condizionamento.
4) Soprattutto non si dovrebbe ipotizzare la formazione di una lista con l'obiettivo di mettere fuori gioco un'altra secondo una stolta convinzione che "il nemico del mio nemico è mio amico". In politica non esistono né nemici, né tantomeno amici, ma solo contrapposizioni ed alleanze transitore. Negli ultimi anni purtroppo a Carmiano abbiamo assistito più a contrapposizioni ostinate e intrise di cattiveria che non ad alleanze all'altezza della situazione e questo ha avuto ripercussioni negative su tutta la comunità. Per il bene di tutti è ora di voltare pagina.
In conclusione: la scelta dei candidati Sindaci e quella dei candidati a consiglieri, non può avvenire da "investitura" di un dominus e di incontri interpersonali, ma deve scaturire da un confronto su un programma condiviso e sul modo di attuarlo.
Pertanto, noi crediamo che sia giunto il momento che il dibattito si sviluppi in una assemblea pubblica "in presenza", in cui ognuno porti le proprie idee su punti programmatici e su come intende mettersi a servizio della collettività. Ovviamente è possibile realizzare ciò solo se c'è convergenza di massima sui principali punti sopra argomentati e se c'è un consenso generale, da manifestare anche tramite il semplice "passaparola", per riunirsi in una pubblica assemblea. Per quanto riguarda gli aspetti organizzativi e le modalità di svolgimento di detta Assemblea è gradito ed auspicabile ogni suggerimento.
C. La Tegola
T. Lauretti