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Sabato, 05 Aprile 2025
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Comunicato Filcams Cgil

Si avvicina la scadenza dell’appalto per la refezione scolastica a Carmiano e i lavoratori si chiedono se dovranno continuare a sopportare le stesse condizioni di lavoro precarie. E se nel centro cottura locale debbano continuare ad essere preparati i pasti anche per destinatari e strutture che nulla hanno a che fare con l’amministrazione comunale o con i residenti di Carmiano.

Cambio con decurtazione. L’ultimo cambio di appalto, nel 2022, fu segnato da una netta diminuzione del numero di pasti da preparare per le scuole di Carmiano. Una conseguenza dell’inverno demografico e di conseguenza della contrazione del numero di scolari e di classi. Dinamiche che tre anni fa incisero profondamente sulla contrazione delle ore di lavoro degli addetti: taglio della metà dell’orario settimanale per l’aiuto cuoco e del 37,5% per gli addetti al servizio mensa. Una sforbiciata difficile da digerire, specie dopo il reintegro sul posto di lavoro ottenuto dopo anni di battaglie legali da alcuni dipendenti ingiustamente licenziati nel 2020. Un rientro sul posto di lavoro disposto dal giudice, dunque, reso amaro dal taglio delle ore di lavoro. E non solo: “Il taglio purtroppo ha interessato solo i lavoratori sindacalizzati”, dice la segretaria generale della Filcams Cgil Lecce, Daniela Campobasso. “Inoltre, mentre si chiedevano sacrifici a questi lavoratori, contemporaneamente nel loro posto di lavoro, il centro di cottura di Carmiano, i pasti prodotti aumentavano a dismisura”.

Centro cottura. Nello stesso centro cottura in cui sono impiegati questi lavoratori, si producono infatti molti pasti in più per rifornire strutture dei comuni più prossimi. “Se si cucina di più, perché non aumentare le ore ai lavoratori storici, invece di utilizzare altro personale?”, è la legittima domanda che si pongono i dipendenti storici. La Filcams accende un faro anche sul capitolato d’appalto: “Bisognerebbe tra l’altro comprendere come mai si stia utilizzando quel centro cottura, visto che l’articolo 23 del capitolato stabilisce l’uso esclusivo di quel centro per la preparazione di pasti rivolti ai servizi del Comune di Carmiano”. Non essendoci linee di cottura separate e riservate ai vari destinatari, succede che i dipendenti dell’appalto del Comune di Carmiano siano utilizzati, nel centro di cottura comunale e con i soldi dell’amministrazione pubblica comunale, anche per preparare pasti per strutture extracomunali: “Un modus operandi che l’amministrazione non ha saputo spiegarci e che getta ombre su un appalto commissionato e pagato da un ente pubblico che gestisce risorse dei cittadini, già vessati da tasse e inflazione insostenibili. La Filcams Cgil continuerà a sostenere i lavoratori nel reclamare il rispetto di quanto previsto nel contratto d’appalto, anche per garantire a tutti i cittadini qualità e correttezza del servizio”.

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Gli addetti alle mense scolastiche del Comune di Carmiano manifesteranno domani, martedì 20 settembre, il proprio disappunto e disagio con un sit-in davanti al municipio. Tra le ore 9 e le ore 11 parteciperanno alla forma di protesta proclamata dalla Filcams Cgil Lecce. Sotto accusa il progetto triennale alla base del bando di gara: così come è stato delineato dalla giunta, comporterà quasi sicuramente una riduzione nella qualità dei pasti offerti ai bambini di Carmiano e provocherà una sensibile contrazione del lavoro. “Non c’è congruità tra il taglio del numero dei pasti e quello delle ore di lavoro”, dice Emanuele Sozzo, segretario provinciale della Filcams Cgil Lecce. “L’amministrazione, nonostante tutti i tentativi e le richieste, non ultima la pec inviata il 7 settembre, non ha mai risposto”.

 Da settimane il sindacato cerca di allertare l’amministrazione, alla quale chiede anche formalmente un tavolo senza ricevere risposta. “È importante essere ricevuti dal sindaco, in modo da trovare una soluzione al problema ed evitare ai lavoratori ed alle loro famiglia problemi di carattere economico, specie in un periodo delicato come quello che tutti noi stiamo vivendo”, dice Sozzo. “Il nuovo bando di gara comporterebbe come conseguenza un’ulteriore riduzione del monte orario del 50 per cento. Per non parlare del rischio di fornire alla cittadinanza, in particolare ai bambini, un servizio mensa inadeguato”.

Leggendo la delibera si apprende, ad esempio, che nel periodo 2022/2025, nonostante un piccolo incremento del valore stimato, il numero presunto dei pasti giornalieri sarà abbattuto del 22,5 per cento e che il numero delle ore settimanali di lavoro subirà un taglio del 50%. Due dati in contraddizione tra loro, specie perché l’impegno di spesa è praticamente equivalente a quanto speso per il precedente appalto.

 

 

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“Meno pasti per i bambini e meno lavoro per gli addetti alla mensa”. La nota critica sul nuovo progetto per il servizio di mensa scolastica nel comune di Carmiano arriva dalla Filcams Cgil Lecce, che chiede all’amministrazione comunale e all’ufficio tecnico dell’Ente di rivedere il progetto triennale prima di pubblicare il bando. “Così come è stato delineato dalla giunta - dice Emanuele Sozzo, segretario provinciale della Filcams Cgil Lecce - comporterà quasi sicuramente una riduzione nella qualità dei pasti offerti ai bambini e provocherà una sensibile contrazione del lavoro”. A dire del sindacato si creerebbe così incongruità tra il taglio del numero dei pasti e quello delle ore di lavoro da prevedere nel bando. “Sottolineamo il disallineamento di alcuni dati presenti nel progetto che sarà alla base del bando di gara di prossima pubblicazione - chiarisce Sozzo. Leggendo la delibera si apprende, ad esempio, che nel periodo 2022/2025, nonostante un piccolo incremento del valore stimato, il numero presunto dei pasti giornalieri sarà abbattuto del 22,5% e che il numero delle ore settimanali di lavoro subirà un taglio del 50%”. Con rischio conseguenze anche nel servizio per gli alunni di Carmiano. “Innanzitutto i bambini fruiranno di pasti dalla qualità sensibilmente inferiore rispetto al passato, inoltre a pagare le spese di determinate scelte saranno i lavoratori, sempre più costretti a convivere con la precarietà. Invito l’Ufficio tecnico a rivedere con la massima attenzione l’incidenza del costo della manodopera sull’appalto, al fine di tutelare livelli occupazionali e qualità del servizio. La Filcams - conclude Sozzo - su questo aspetto non farà sconti ed è pronta a manifestare affianco ai lavoratori”.

Sollecitazione sindacale a cui ha replicato a stretto giro il sindaco di Carmiano, Gianni Erroi. “Gli atti approvati dalla Giunta comunale sono tecnicamente motivati e frutto di uno studio approfondito che tiene conto non solo dell’attuale situazione oggettiva degli iscritti al nuovo a.s. 2022/2023 (purtroppo nettamente ridotto rispetto a 3 anni fa, avendo visto la soppressione di una sezione, e di certo non per colpa di questa Amministrazione), ma anche – aggiunge Erroi - delle oggettive condizioni di mercato, con l’aumento di tutte le materie prime e dei costi generali di gestione in materia di ristorazione scolastica nonché delle indicazioni dell’Anac, rispetto ai quali il costo del singolo pasto non poteva che essere superiore a quello di 3 anni fa. D’altra parte, appare assolutamente pretestuosa l’enfasi prestata alla presunta equazione “diminuzione dei pasti e del monte orario uguale minore qualità del servizio”: mentre la verità è che se l’importo a base d’asta è del medesimo ordine di grandezza di quello di tre anni or sono mentre il numero dei pasti è diminuito di oltre il 20%, vuol dire che il prezzo unitario è sensibilmente maggiore e tale dato oggettivo va ascritto a maggiore (non minore) qualità. In materia di personale, si precisa poi che l’inserimento della clausola non era affatto obbligatorio e con ciò si dimostra l’assoluta attenzione dell’amministrazione alla salvaguardia dei posti di lavoro già in essere. Non si comprendono, pertanto, le ragioni profonde di tale procurato ed inutile allarmismo. Dunque – conclude il sindaco Erroi - si invita il sindacato a non divulgare notizie false e tendenziose né ad alimentare uno stato di agitazione assolutamente incomprensibile”.

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Vicenda intricata a Carmiano su servizio mensa e trasporto scolastico comunale. A sollevare il caso controverso, la segnalazione di un genitore che si chiede “come sia possibile nel 2020 il comune di Carmiano tolga ai cittadini i servizi come il pulmino per le scuole elementari o la mensa per le scuole materne con la motivazione di mancanza di fondi”. “Qui noi genitori – prosegue il 32enne - siamo tutti un po’ arrabbiati perché ci sono famiglie come la mia, io ho 3 bambini, che hanno necessità di questi servizi (causa genitori che lavorano entrambi, chi ha bambini neonati ed ogni mattina deve uscire di casa anche con maltempo) ed assurdo quindi che venga messo in discussione tutto ciò”. Il genitore, nella sua lettera, riporta la situazione all’attualità politica che vive l’Ente. “Faccio presente che da poco il consiglio comunale di Carmiano è stato sciolto per infiltrazioni mafiose ed ora i commissari esterni per mettere riparo a tutti i buchi finanziari che fanno? – domanda l’uomo. Tolgono servizi ai pubblici cittadini, nonostante vengano pagati regolarmente, perché non ci sono fondi. Chiedo cortesemente si faccia luce su questa vicenda”.

Intanto i tre commissari prefettizi che guidano l’Ente da circa un mese, questa mattina saranno a palazzo di città, per approfondire la situazione. Quello che trapela nel frattempo, dagli uffici, rappresenterebbe una situazione difforme da quanto dichiarato dal genitore. Per quanto riguardo la mensa scolastica – spiegano dal comune - nella giornata di ieri c’è stato un incontro tra i commissari, azienda incaricata di fornire il servizio, sindacati e dipendenti, per affrontare la questione del rinnovo del contratto di fornitura dei pasti per gli scolari, mentre sulla vicenda scuolabus la situazione dovrebbe risolversi nei prossimi giorni. Pare infatti, da indiscrezioni, che lo scorso settembre le richieste di adesione al servizio bus comunale siano risultate essere 37, cioè 7 in più rispetto al numero di posti disponibili sullo scuolabus. Quindi, nei primi mesi di scuola, il Comune avrebbe derogato al criterio geografico, spendendo circa 2600 euro in più al mese per i 7 ragazzi, che altrimenti non avrebbero potuto usufruire del servizio, vista la regola della minor distanza della loro casa dai plessi scolastici. Tuttavia, il problema resta, e spetterà ora ai commissari analizzare la vicenda e comprendere se a norma di legge si potrà trovare una soluzione che accontenti le famiglie “rimaste a terra”.

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