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Domenica, 19 Maggio 2019 13:29

Got: la fine del gioco si avvicina!

Che FantaGOT sia! Settimana complicata per i Fans di GOT. Smaltita l'adrenalina della quinta puntata, andata in onda nella notte tra il 12 e il 13 maggio, ci prepariamo per il gran finale in programma questa notte.

Ma andiamo per ordine. Il penultimo episodio è stato forse il più discusso di tutta l’intera serie TV. Infatti, mentre la quarta aveva diviso in due il pubblico, lasciando però un buon margine di possibilità di ripresa, la quinta, invece, ha raggiunto a dire del RottenTomatoes, il sito americano di Movie trading, solo il quarantasette per cento di indice di gradimento. Una curva in discesa, anzi, una vera caduta libera, considerando le cifre registrate almeno nelle prime sei stagioni.

Che cosa è accaduto al Trono di spade? E’ una domanda che in moltissimi si pongono e il cui tentativo di risposta ha riempito i canali Youtube di sedicenti commentatori espertissimi, a volte, sull’arte del nulla. Vero è che quest’ultima stagione, inevitabilmente, secondo una logica che prende avvio dallo studio della psicologia delle masse, avrebbe dovuto essere, così come è diventata veramente, un termometro di quello che la contaminazione globale, il social networking sparato a livello mondiale, possono produrre.

Dal mio punto di vista, GOT resta un prodotto per la TV di qualità altissima, considerando tout cout che si tratta di una serie e non di Cinema. La puntata in sé, infatti, rappresenta dal punto di vista tecnico un impeccabile esercizio artistico. Il montaggio è incalzante e le sequenze sono avvincenti, oltre a risultare spettacolari. Quindi, che cosa è accaduto al trono di spade? Le teorie sono tante, molti parlano di cattiva scrittura della sceneggiatura, altri di tradimento delle linee narrative dei personaggi, altri ancora di una caduta dovuta al buco tematico rappresentato dalla mancanza dei tanto attesi volumi conclusivi di G.R.R. Martin.

La mia opinione invece è che, data per assodata la necessità di chiudere lo show da parte della HOB, la fretta sia stata sì cattiva consigliera, ma che l’idea virale che si tratti di un prodotto scadente, dipende inconsciamente più dal bisogno che lo spettatore ha di elaborare il suo lutto, che da una reale trascuratezza da parte della produzione. Dopo otto anni di frequentazioni costanti si fa fatica a dire addio a chi si è amato, dunque, tutte le scuse sono buone, non potendo evitare l’abbandono, per screditare chi ci procurerà così tanto dolore. A riprova di ciò, arriva la notizia che sia stata organizzata anche una petizione sul famoso Change.org per chiedere che venga rifatta l’intera ottava stagione. Sono sicura che a molti di noi piaccia un mondo questa idea ma nella vita tutto finisce, figuriamoci una serie TV.

E a proposito di fine, questa notte verrà trasmesso il sesto ed ultimo episodio, sempre su Sky Atlantic, sempre in lingua originale sottotitolata. Io questa volta ho deciso di aspettare. Non lo vedrò alle 3,00 del mattino ma attenderò il lunedì sera, dopo le 21,15, per guardarlo con i miei amici. Perché se c’è qualcosa di veramente importante in GOT è il fatto che “insieme” faccia veramente la differenza. Allora, che ne dite? Apriamo le scommesse e giochiamo insieme a questo emozionantissimo FANTAGOT per l’ultima puntata?

Emanuela D'Arpa

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La fine della serie sta arrivando, ci sarebbe da dire. Infatti, la quarta puntata (saranno in tutto 6) dell'ottava e ultima stagione de Il Trono di Spade è andata in onda lunedì 6 maggio alle 03.00, sempre su Sky Atlantic, in versione originale sottotitolata. La sua versione doppiata, invece, andrà in onda lunedì 13 maggio alle 21.15.

Se il terzo episodio, ha costituito uno dei momenti più discussi di sempre, perché ha spaccato letteralmente in due il pubblico (c’è chi addirittura, dato che si tratta di un fantasy, avrebbe preferito vedere un mondo inghiottito dai morti oppure si sarebbe aspettato una maggiore spettacolarizzazione della morte del Night King, etc.); il quarto, invece, è stato maggiormente apprezzato perchè considerato in linea con quel gioco di trame che tanto ci ha appassionato in questi otto anni.

In realtà, possiamo dire che i tempi della narrazione sono stati distribuiti in modo tale da alternare scene dialogate (ce ne sono alcune molto interessanti per lo sviluppo della trama) a colpi di scena (la morte di Rhaegal, ucciso dalle balestre di Euron Greyjoy in un’imboscata), così da rendere il ritmo del racconto più avvincente. I dialoghi hanno costituito l’elemento collante, quel trait d’union necessario per avviare gli eventi verso il loro compimento: Sansa che dice a Clagane di non essere più la fanciulla indifesa che lui aveva conosciuto; Daenerys che supplica Jon di non rivelare a nessuno di essere il vero erede al trono di spade; Tyrion e Varys che discutono sulla necessità di un tradimento; e poi Cersei ed Euron, e la storia di un figlio in arrivo e ancora Cersei e Tyrion prima della decapitazione di Melisandre. Trame, intrighi, abbandoni (Jaime che lascia Brienne a Grande Inverno, per tornare da Cersei, crea una forte aspettativa sull’evoluzione della storia del personaggio), tradimenti, doppio gioco fantasy per una storia che di fantastico ha proprio poco. La politica è il vero tema di questa serie ed è anche per questo che è stata così amata.

“Il potere logora chi non lo ha” tanto per citare uno degli uomini che in Italia è stato capace di mantenerlo per decenni. E il gioco del Trono altro non è che un atroce balletto, messo in scena per mostrare tutto ciò che l’uomo può fare proprio per il potere. Ma l’uomo è comunque un animale complesso, non può vivere da solo, la sua natura è la socialità, la comunità, e allora che cosa è più giusto nella politica per una gestione oculata della vita del popolo? Un governo giusto verso il popolo! Ed è Varys che in questo senso ci offre una risposta universale, dicendo, in breve, che nessun’uomo può governare meglio un regno di chi, battendosi per renderlo migliore, non ha nessun interesse a diventarne il re.

Dunque, sarà un piacere vedere come sarà sradicata la tirannia di Cersei. Ma, mi duole ammetterlo, credo che anche Daenaerys si trasformerà in un nuovo e temibilissimo ostacolo per la libertà dei popoli. Allora cosa accadrà? Si arriverà, come molti credono ad un governo oligarchico? In realtà ce ne sarebbero le premesse.

Intanto a molti è sfuggito un particolare “The last of the Starks” ovvero L’ultimo degli Stark, Jon, semmai dovesse morire, trascinerà con sé nella tomba la casata della sua famiglia, oltre a quella dei Targharyen. Dopo millenni di dominio sul Nord, gli Stark non esisteranno più per linea diretta. Forse questa è l’ultima sottigliezza, l’ultimo particolare che ci dice, aihmè, che la fine della serie sta definitivamente arrivando.

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Lunedì, 06 Maggio 2019 18:39

GOT: “leggera come Arya”

Stasera alle 21.15, come ogni lunedì, sarà in onda su Sky Atlantic la versione in italiano del terzo episodio di GOT. A seguire, verrà proiettata la quarta puntata, in lingua originale, della serie più vista e commentata di sempre. Nell’attesa vi proponiamo alcune riflessioni.

Nomen omen dicevano i latini e mai affermazione fu più veritiera. Arya: alla leggerezza sono affidate le sorti del mondo. Niente clichè, dunque! Noi aspettavamo che Jon Snow facesse quello che secoli di letteratura ci hanno insegnato ma Benioff e Weiss ci hanno letteralmente gabbati. Arya è l’eroe di Grande Inverno: una piccola donna, uno scricciolo con un temperamento e una forza di volontà che smuovono le montagne. Del resto (a molti è sfuggito) gli sceneggiatori avevano disseminato d’indizi le varie stagioni; ciò non toglie, però, che questa evoluzione del racconto al femminile sia una delle sorprese più esaltanti dell’intera serie.

Sin dal suo primo esordio, Arya si è imposta al pubblico come “versione differente”, un altro modo di essere femmina, in un contesto in cui il potere è decisamente maschio. Arco e frecce, incompatibilità con la sorella Sansa (troppo frivola e superficiale per i suoi gusti), ammirazione per il fratellastro Jon, amore smisurato per il padre Ned, passione per le armi e i combattimenti, Arya racconta una sua storia originale sin da subito. L’evoluzione del personaggio, all’interno del suo arco narrativo è avvincente, emozionante; ci porta lontano dallo sciabordio delle gonnelle e dal frigno delle donzelle e ci proietta in una dimensione da romanzo di formazione estremamente moderno. Arya è un’assassina, sì! Ma nella costruzione di questi personaggi, così come lo stesso Martin ha più volte affermato, gli elementi della tragedia classica, costituiscono un modello, tutt’altro che secondario. A me personalmente, la sua storia richiama alla mente quella di Edmond Dantès, nel Conte di Montecristo. Ci leggo tante analogie ed è forse perché ho amato questo romanzo, che sin dalle sue prime avventure, mi sono affezionata a questa ragazzina con un taglio di capelli da maschiaccio.

Detto ciò, siamo già arrivati al giro di boa. Chiusa la questione Night King, (le speculazioni pro e contro le lascio agli youtubers) la domanda nasce spontanea: riusciranno i nostri produttori a tenerci ancora incollati allo schermo per le prossime tre puntate? Ai posteri l’ardua sentenza!

Emanuela D'Arpa

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Giovedì, 02 Maggio 2019 13:15

Game of Thrones 8: "La lunga notte"

Nel terzo episodio di GOT, intitolato “La lunga Notte”, andato in onda lunedì 29 aprile a partire dalle 22.00, la tanto attesa conta dei morti è stata presto fatta.

Non fraintendete! Certo che di morti ne abbiamo visti a migliaia, ma, per fortuna, non sono tutti i morti che ci saremmo aspettati. Ovviamente un commiato speciale a Lady Lyanna Mormont, un mito in vita e anche in morte!

“Episodio epico” è stato definito dalla maggior parte delle testate specialistiche mondiali che lo hanno commentato in quasi tutte le lingue e dal mio punto di vista, permettetemi di dirlo, lo è realmente. Ogni aspetto, anche la colonna sonora del compositore iraniano Ramin Djawidi ha contribuito a renderlo tale.

Chi ha analizzato la puntata dal punto di vista tecnico (mi dispiace per quei fans che non hanno gradito il buio, ma, consentitemelo, non avrebbe avuto senso girare nella luce un episodio intitolato La lunga notte) ha parlato di estremo realismo delle scene. Io aggiungerei, anzi affiancherei a ciò, un simbolismo squisitamente velato e ricercato. (Bellissima la scena dei dotraki che cavalcano con le spade infuocate contro i morti e la vista di queste fiammelle che si spengono ad una ad una, come a dire che neanche la forza e la vitalità della giovinezza possono nulla contro la morte.)

Amo da sempre il cinema in tutte le sue forme ed espressioni, amo da sempre i generi fantasy e l’horror, amo la trasposizione televisiva della Storia, raccontata in tutte le sue epoche e per questo, dopo aver fagocitato negli anni battaglie su battaglie, penso che Miguel Sapochnik, il regista, abbia dato prova di eccellente valore artistico. Del resto, La battaglia dei bastardi ne era già stato una evidente prova. Inoltre, c’è chi, nel guardare un prodotto cinematografico (film, documentari, Serie etc.) non considera, o magari non sa, che il rapporto tra la realizzazione delle immagini dalla Regia e la scrittura della Sceneggiatura passa attraverso un durissimo lavoro di amalgama. Undici settimane di duro lavoro hanno portato alla realizzazione di circa 80 minuti di perfetto equilibrio narrativo, dando vita ad un survival horror come lo ha definito Bryan Cogman, che ne ha curato la sceneggiatura. Più di 750 comparse hanno lavorato insieme, nel buio, guidate da un visionario Saponichnik che ha saputo trasmettere attraverso le sue scelte quel senso di caos, di angoscia e di sopraffazione, quella attesa tormentante, quello sbigottimento atterrito che proveremmo se si verificasse un evento del genere. Spettacolari gli effetti con i draghi: le iperboli volteggianti e leggere al chiaro di luna e sopra le nuvole; il loro sputare fuoco sulla terra come se fosse una di quelle scene che vediamo tutti i giorni; la battaglia in sospensione con questi due esseri magnificenti che si attorcigliano, si mordono, si rincorrono.

Tutto ci ha condotto magistralmente alla scena clou della puntata: Arya, uno spiffero nella notte nera, un movimento di sguardi e un pugnale affondato nel ventre del Male.

Evviva!! Tutti abbiamo esultato: Evviva!!

Emanuela D'Arpa

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Giovedì, 02 Maggio 2019 13:06

Game of Thrones 8: seconda puntata

Due settimane da cardiopalmo, quelle che ci hanno visto alle prese con i nuovi episodi di GOT. Emozioni a non finire e sentimenti, anche contrastanti, ci hanno “sospeso il cuore”, immergendoci in uno scombussolamento emotivo niente male. Empatia, compartecipazione, entusiasmo, amore, amicizia, dovere ma anche disillusione, angoscia, timore, paura e ancora sorpresa, sollievo, e di nuovo dolore, senso della disfatta, dell’abbandono, della fine: ecco l’altalena di stati d’animo che questi due episodi hanno saputo offrire ai milioni di persone che li hanno seguiti.

Iniziamo dal secondo episodio mentre il terzo lo approfondiremo nel successivo articolo.

Il suo titolo originale è A Knight of seven Kindom (Un cavaliere dei sette regni). La sceneggiatura della puntata è di Bryan Cogman mentre la regia è affidata a David Nutter. Questo episodio lo definirei pensato e scritto per i veri sentimentali. Si tratta, infatti, di una sceneggiatura impostata tutta in interno, dai toni pacati e quasi di boccaccesca ispirazione. Un gruppo di persone, (alquanto folto, direi) in attesa della morte, si riunisce all’interno di un castello e cerca il coraggio per affrontare il pericolo imminente, raccontandosi. Ed è così che questi uomini affrontano l’idea della morte, superando se stessi e le loro individualità, aprendosi agli altri e svelando i propri limiti, cercando conforto e calore in chi hanno amato, scusandosi con chi hanno odiato dal profondo, mostrandosi agli occhi degli spettatori come quello che realmente sono: il modello dell’uomo comune, quello autentico, quello che impara dalle lezioni che la vita gli dà. Nel ritmo narrativo, l’apice emotivo è raggiunto, a mio parare, nel momento in cui Lady Brienne viene investita del titolo di cavaliere dei sette regni (non a caso questa sequenza dà il titolo all’episodio). Si tratta di una delle scene di impostazione cavalleresca più intense che abbia mai visto: l’investitura arriva inaspettata, nasce quasi da una burla, ma è un gesto di amore sincero (Jaime qui raggiunge il culmine dell’evoluzione positiva del suo personaggio). Si tratta di un amore platonico e per questo nutrito dai più alti ideali di purezza; un amore che nasce dalla conoscenza reciproca profonda, dalla stima, dal rispetto; un amore che eleva non solo una donna al rango di cavaliere (è la prima volta nella storia di Westeros) ma che riscatta totalmente un uomo da un passato vissuto senza amore vero.

Oddio ragazzi!! E’ troppo romantico???? No, ci sta, ci sta! Prima del racconto della grande battaglia de “La Lunga Notte” ci sta!

Emanuela D’Arpa

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Il primo episodio dell’ottava stagione di GOT, doppiato in italiano, è andato in onda lunedì 22 aprile alle 21.15. L’audience è stata all’altezza delle aspettative ma i numeri ufficiali della HBO rispetto alla premiere sono strabilianti: 17.4 milioni di telespettatori su tutte le piattaforme hanno guardato il primo episodio al momento della sua proiezione. Lo hanno fatto in contemporanea con gli Stati Uniti e a quanto pare hanno mandato in tillt HBO.

A serie finita tireremo le somme e cercheremo di capire perché, tra i vari records, questa saga ha ricevuto anche 129 nomination all’Emmy Award (si tratta del più importante premio televisivo internazionale per la categoria TV) ed è diventata a tutti gli effetti l’operazione artistico-commerciale più apprezzata e premiata nella storia.

Intanto occupiamoci del commento del primo episodio. Come vi avevo anticipato,Winterfell (Grande Inverno), il castello degli Stark è il protagonista assoluto della prima (in realtà anche di tutta la seconda puntata) perché diventa il luogo dove si incontrano quasi tutti i personaggi che abbiamo seguito negli intrecci delle loro vite per circa sette stagioni.

L’ episodio si apre con una sorta di dejavu, una citazione per meglio dire: un bambino si intrufola tra la gente e cerca un luogo più adatto per godersi la scena dell’arrivo delle armate capeggiate dalla regal coppia ( nessuno sospetta che siano innamorati tranne Thyrion). Non contento,poi, il bambino sale su un albero e il suo sguardo abbraccia da lontano il paesaggio ormai animato dagli eserciti in movimento. La scena richiama alcune sequenze del primo episodio della prima stagione, quando Arija e Brandon, ragazzini, cercano, ciascuno a modo proprio, un espediente per non perdersi la vista dell’ingresso del re Robert Barethion e del suo seguito, nel castello di Grande Inverno.

Jon e Daenerys a cavallo, vicini, gli immacolati che marciano a passo serrato, Verme Grigio e Missandrei, il popolo del Nord che guarda diffidente, lo stupore e la paura nei volti di Aria e Sansa all’arrivo dei draghi che sorvolano la fortezza, un dialogo divertente tra Tiryon e Varys, ecco le inquadrature che introducono l’ottava stagione. A questi inizi, nell’arco della puntata, seguirà l’ingresso in scena di tutti i personaggi che hanno animato la serie nelle precedenti stagioni, lasciando presagire che, almeno negli episodi iniziali, le scene si svolgeranno all’insegna dei ricongiungimenti, dei chiarimenti( per quello che ho potuto capire anche dalla visione del secondo episodio), dei sentimenti. Intanto però l’inverno è arrivato. Lo si vede chiaramente anche perché molte sono le inquadrature a campo aperto che mostrano neve dappertutto. Lungi da me l’idea di annoiarvi con il commento scena per scena; trovo che sia superfluo, invece vorrei condividere con voi alcune impressioni.

Il primo incontro tra Daenerys e Sansa sembra quasi una piccola dichiarazione di guerra. La regina Targaryen si avvicina alla lady del Nord sfoderando un sorriso, un sorriso che nasconde la felicità di incontrare la famiglia dell’uomo che ama; questo lo trovo evidente, perché non ho avuto la percezione che fosse un gesto solo di cortesia. Di tutto rimando, Sansa, rivela con una mimica facciale inconfondibile, quell’idea che si farà strada anche altrove nel corso dell’episodio: Cersei Lannister, suo malgrado, è stata la sua più grande maestra. Daenerys non piace a Sansa, lo vediamo subito, e io non credo che sia solo per gelosia nei confronti del fratello; penso invece che si tratti di molto di più: la piccola e indifesa Stark che ha subito una vita quasi impossibile da sopportare, è diventata una donna e questa donna, senza dubbio, sa quello che vuole. A darmi conferma dell’evoluzione del personaggio in questo senso sono le parole di Tiryon Lannister. Dopo che la famiglia Stark si è ritrovata, dopo che il consiglio del Nord si è riunito per discutere sulla scelta di Jon di allearsi con Targaryen, dopo l’ingresso nelle scene di tanti altri personaggi minori, l’incontro tra Sansa e Tiryon è illuminante. Il loro matrimonio combinato, seppure non li abbia visti in intimità, ha però consolidato un rapporto di amicizia intimo. I due si conoscono a fondo e mentre Sansa beffeggia Tiryon perchè non crede che sua sorella Cercey manderà un esercito per difendere il castello, il Lannister le dice chiaramente che lei ha fatto molta strada, che è diventata una lady capace. “ Ti hanno sottovalutata in molti e sono quasi tutti morti” frase potente e che, secondo me, troverà nel corso della serie delle inaspettate applicazioni pratiche. In realtà potrebbe anche rimanere lì sospesa, ma io credo che lo sarà solo per il momento, come del resto invita a fare Bran, quando, mentre Daenerys e Sansa continuano a scambiarsi convenevoli per celare la loro ormai divenuta reciproca antipatia, ricevono dal ragazzo il monito di smettere di preoccuparsi delle sciocchezze perché è tempo di unirsi per combattere. Bran inoltre, avvisa tutti che la Barriera è stata distrutta, che il drago di Daenerys è diventato un estraneo, e che la marcia dei non morti verso Grande Inverno è ormai inarrestabile.

Intanto ad Approdo del re, Cersei appare quasi convinta di aver fatto la scelta giusta non unendosi alla guerra contro gli estranei. Più di una volta, nel corso della serie, la regina Lannister ha fatto degli errori di valutazione (basti pensare alla questione Grande Passero) ma ne è sempre uscita quasi illesa. La verità è che ogni sua scelta per mantenersi ancorata al Trono di spade, nel corso delle varie stagioni, l’ha portata a perdere qualcuno che amava. Questa è la volta di Jaime. Ma lei sembra già pronta a consolarsi di ciò, accettando nel suo letto “l’ultimo dei Greigioj con le palle” (citaz.). Il signore delle Isole di Ferro le ha portato in dono una grande flotta e un’armata potente, come promesso, anche se l’assenza degli elefanti, animali che avrebbero potuto apportare un contributo importante alle battaglie, un po’ la infastidisce. Nel corso della puntata accadono altri eventi quasi tutti incorniciati in una sceneggiatura che predilige i dialoghi in interno piuttosto che le scene d’azione. Del resto l’inverno è arrivato, la morte sta arrivando, quale momento migliore per l’uomo, chiunque egli sia, per rivedere le azioni della sua vita e provare a salvare quello che di buono c’è stato? Winterfell si riscalda. Diventa luogo di incontro; un luogo in cui i protagonisti soprattutto maschili si ritrovano trasformati, quasi tutti cambiati in meglio. La vita ha insegnato molto a ciascuno di loro e sentire l’incombenza della morte, li ha resi molto più umani, di quanto non li abbiamo mai visti. Attenzione! Ho detto protagonisti maschili. Ma, come si dice sempre, la donna ne sa una più del diavolo. E qui è evidente. E non per fare un discorso classista ma il rovesciamento dei ruoli è fantastico. Approfondirò in altra sede la psicologia dei personaggi ma è chiaro che i tempi siano proprio cambiati....una volta le donne, pur tramando magnificamente, lasciavano agli uomini il passo del potere. Oggi il Gioco del Trono pare sia un affare tutto vestito di rosa. Sono impaziente di capire dove queste donne ci porteranno!

Tutti pronti allora alla visione del prossimo episodio? Se volete è già disponibile in versione originale su Sky Atlantic. Altrimenti bisognerà aspettare lunedì 29 per vedere la versione doppiata! Vi aspetto nella mia casa virtuale e come sempre...portate le birre!

Emanuela D'Arpa

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Chi conquisterà il Trono di Spade? Scopriamolo nella nostra nuova rubrica “Serie Tv” a cura di Emanuela D’Arpa.

“Le ore passano e la fatidica data del 15 aprile si avvicina. Milioni di spettatori attendono, in giro per il mondo, di conoscere quale sarà la sorte dei loro personaggi preferiti. Chi sopravviverà all’attacco degli Estranei? Chi sarà il signore indiscusso che siederà sul Trono di Spade? Intanto la HBO, continuando nella sua mastodontica operazione commerciale, lancia un nuovo teaser, lo chiama Aftermath, (letteralmente la parola significa postumi, conseguenze, noi lo traduciamo come giorno dopo) e fa tremare gli schermi di tutti i Pc, i tablet, i cellulari e le Tv del mondo.

Grande Inverno appare completamente distrutta e avvolta in un’atmosfera da “the day after”. Il luogo è apparentemente inabitato, e mostra i segni di un’inesorabile sconfitta. Dappertutto c’è aria di disfatta. I simboli che hanno accompagnato i personaggi nelle sette stagioni giacciono nella neve: la mano di Jamie, il ciondolo di Daenerys, la sedia di Bran non sono che suppellettili di una scena che si presenta drammatica. E a farci temere il peggio, ecco che non potevano mancare le spade: Ago, la fedele compagna di Arya è infilzata in un sacco e Lungo Artiglio, il dono fatto a Jon Snow da Ser Jeor Mormont, si trova abbandonata all’ingresso di Grande Inverno. Cosa significa questo nuovo teaser?

Forse gli Estranei avranno la meglio. E cancelleranno per sempre tutti e sette i regni, e quegli intrighi, e quei sotterfugi, e quelle inutili battaglie che l’uomo, seppure re o regina, pensa possano dargli un potere che vinca addirittura la morte. Dobbiamo aspettarci questa catastrofe? Non so voi, ma io ho già pronti in tasca i miei fazzoletti; non ce la posso proprio fare a pensare che i miei personaggi preferiti, Arya e Jon muoiano. Non è così che deve andare, non è così che la maggior parte di noi si aspetta. Non è vero?

La HBO negli ultimi sei mesi ha fatto in modo che i fans di GOT si arrovellassero ben bene e, il fatto che George RR Martin, l’autore della saga letteraria dalla quale è tratta la serie, non abbia ancora pubblicato il suo ultimo romanzo, quello conclusivo, ci fa pensare che i colpi di scena abbonderanno, in un tripudio di audience che conferirà alla serie un primato difficilmente superabile.

Intanto noi potremo guardare tutti gli episodi su Sky Atlantic. La notte tra il 14 e il 15 aprile, ore 3 italiane, ci sarà la prima assoluta, in linea con la proiezione negli USA. Gli episodi saranno in lingua originale e sottotitolati ma….non temete, la versione doppiata in italiano andrà in onda a partire dal 22 aprile alle ore 21.15. La si potrà vedere sia su SKY Atlantic che su Sky On Demand. Saranno in tutto 6, di durata compresa tra i 60 e 90 minuti.

Allora, ragazzi, che ne dite? Starete con me? Mi accompagnerete in questo viaggio nei sei episodi e mangerete patatine e pizza, seduti sul divano, mentre tutto il mondo reale diventerà solo un ricordo? La mia casa virtuale è aperta! Solo una raccomandazione … portate le birre!”

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Comodi in poltrona, si parte! Tra news e anticipazioni nasce la nuova rubrica "Serie Tv" di ViviCitt@News a cura di Emanuela D'Arpa. Esordio col botto e riflettori puntati sull'ottava e ultima stagione della serie "Il Trono di Spade". 

“Se vi aspettate che a quarantacinque anni la maturità mi abbia reso una donna posata e dedita solo alle “cose serie”, come si dice da queste parti, vi sbagliate di grosso. Sono figlia del mio tempo e come tale mi diletto anche con le frivolezze e amo le serie TV.

Ho incontrato Il Trono di spade in età matura (la serie era già alla sua quarta stagione) e come tutti gli incontri importanti, quando mi ci sono imbattuta per la prima volta, ero un po’ distratta.

Le fughe serali di fronte ad un mega schermo, in una casa a Milano, coabitata da lavoratrici dallo spirito di studentesse, servivano per alienarci dal vivere una quotidiana condizione di bambine solo in parte cresciute. Sere desiderose di leggerezza, disimpegno, relax e tante ma tante patatine bagnate da prosecco fresco e frizzante, ecco cosa mi spingeva a lanciarmi senza scarpe e in pigiama di pile su quel divano a tre posti che aspettava la compagnia di quelle tre sconosciute, rese dal caso quasi sorelle. È ovvio, ragazzi, che non fosse di certo lo spirito giusto per approcciarsi a questa straordinaria serie TV. Ma io, al tempo, non ne ero consapevole. Avvenne perciò quello che avviene con l’amore: incontri qualcuno per caso, lo frequenti sempre per caso, presa da tutto quello che hai intorno gli dai poco peso, e poi, caso dopo caso, ti accorgi che non puoi più fare a meno di lui.

Adesso, eccoci qua, ad aspettare con ansia l’arrivo di questa ottava e ultima stagione. Le attese saranno soddisfatte? A quali pronostici dobbiamo dare ascolto?

L’uscita del trailer HOB, circa quattro mesi fa, ha fatto scatenare i fan di tutto il mondo. Il teaser che lo ha seguito dopo poco, non è stato da meno. Il web è pieno di articoli e canali dedicati alla stagione finale più attesa nella storia delle serie TV. La grande operazione artistico commerciale della HOB ha scatenato un delirio mondiale: oltre 173 Paesi nel mondo vedranno il primo episodio della serie in contemporanea con l’uscita negli Stati Uniti tra il 14 e il 15 aprile. In Italia sarà distribuito da Sky Atlantic.

I fan sono impazziti e giocano ai pronostici. C’è chi dice che quasi sicuramente molti dei nostri personaggi moriranno sul campo di battaglia, c’è chi si aspetta scene di guerra leggendarie, c’è chi è interessato a capire come Jon e Daenerys sbriglieranno la matassa della loro “dubbia parentela”. In tutte le lingue del mondo non si fa altro che parlare di ciò. E noi? Intendiamo starcene isolati nel nostro bel paesino o accettiamo la sfida globale ed entriamo letteralmente nel Gioco del Trono più chiacchierato del mondo?

Seguiteci su ViviCittaNews e vi sveleremo i segreti della Conquista del Trono”.

E. D'Arpa

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