“Parola al tifoso”
Ci attendavamo innanzitutto una prestazione degna di questa nome, dopo il nulla cosmico di Cremona e Como; ci aspettavamo di vedere una squadra degna delle ambizioni di questa piazza, un gruppo finalmente unito che lotta fino al 95esimo; non chiedevamo una vittoria, consci del grandissimo valore dell'avversario: però a fine gara il rammarico è più per i due punti persi che per altro. Il Lecce esce infatti indenne dal Vigorito di Benevento, gioca una grande partita ma sciupa tutto quello che si potrebbe sciupare: 15 tiri in porta, 1 palo, 0 gol. Incredibile.
I giallorossi ieri sera sono scesi in campo con il classico 4-3-3, molto diverso in termini di uomini da quello di Cremona e del “Via del Mare”: Gargiulo, Calabresi poi, Di Mariano, Gallo. Insomma una squadra vera, presentabile: fuori Blin, l'evanescente Helgason, il disastroso Vera. Dentro giocatori importanti, di livello, calciatori che alzano di molto il tasso tecnico della rosa. Ed infatti sin da subito il Lecce dimostra di essere una squadra forte, d'alta classifica, prendendo il centro del ring e mettendo alle corde i padroni di casa. Hjulmand ricorda Ledesma nelle giornate di grazia, Di Mariano crea scompiglio, Strefezza per quanto inconcludente, arretra e aiuta la squadra. Ottimo l'esordio di Gargiulo, che fa vedere di avere numeri da alta B: un po' troppo egoista in un contropiede, ma nel complesso prestazione sufficiente. Bene Gendrey, che sta dimostrando di adattarsi pian piano al calcio italiano: molto bene Calabresi. Ottimo giocatore il figlio dell'attore Paolo: verosimilmente sarà lui il titolare. Abbiamo riammirato anche un Gallo tirato a lucido dalla Nazionale under 21: la concorrenza con Barreca gli farà solo bene.
Veniamo ora però alle note dolenti: Coda e mister Baroni. Su Coda non si può essere troppo cattivi: ogni tanto è vittima di giornate storte e lo sappiamo. Ieri sbaglia di tutto e di più: prestazione da 4 in pagella, per un bomber del suo peso.
L'unico appunto invece che possiamo fare sul mister è quello di non aver sfruttato a fondo, cambiando anche tatticamente, il potenziale di Rodriguez: lo spagnolo, scalpitante in panchina, non ha giocato neanche un minuto. È un delitto che un giocatore di questo calibro resti in panchina per far spazio a Paganini (disastroso) o Olivieri (nullo): spero che il mister se ne renda conto. Altrimenti in nome di un modulo, neanche troppo bello, si rischia di "bruciare" quello che ha tutti i numeri per essere un campioncino: e noi non lo vogliamo proprio. Con Rodriguez ieri i punti sarebbero stati tre: ora testa all'Alessandria, tutti insieme.
Up Hjulmand, Di Mariano, Gallo
Down Coda, Strefezza, Paganini
Emanuele Spagnolo