Questo sito utilizza cookie, anche di terze parti, per migliorare la tua esperienza e offrire servizi in linea con le tue preferenze.

Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie vai alla sezione Cookie Policy. Per saperne di piu'

Approvo
Mercoledì, 05 Febbraio 2025
180_winet.jpg040_compasso.jpg020_idrovelox50.jpg200_carrozzo.jpg205_martena.jpg220_liaci.jpg210_mondofiori.jpg010_bluesea.jpg025_radallarm.jpg
Il fuoco di Sant'Antonio: "scintille" di Luciano Merli

Il fuoco di Sant'Antonio: "scintille" di Luciano Merli

"Nel mese di gennaio in numerosi comuni del Salento si ripete l'antico rito, tra sacro e profano, dell'accensione di falò in onore di Sant'Antonio Abate, monaco egiziano.

L'accensione della focara risveglia in me bellissimi ricordi d'infanzia. Alla fine degli anni cinquanta del secolo scorso i bambini di Carmiano giocavano ancora liberi e felici per strada. Il luogo privilegiato per quelli del mio vicinato era una piazzetta denominata, allora come oggi, "La iardina”. Per raggiungerla mi bastava uscire da casa, attraversare Via Roma, voltare la prima traversa, percorrere Via Pietragrossa. Lì incontravo i miei amici e con un pallone, quasi sempre sgonfio, e due pietre per porta si iniziavano interminabili partite di calcio.

Subito dopo l'Epifania, però, il nostro campetto sterrato diventava impraticabile. Nella sua parte centrale venivano accumulate fascine di tralci di vite. E allora noi correvamo curiosi a osservare, giorno dopo giorno, la crescita della focara. Doveva trattarsi di un falò di modeste dimensioni visto lo spazio ristretto in cui veniva costruito, ma agli occhi attoniti di noi bambini sembrava enorme. Con il passare degli anni la focara di Carmiano è stata trasferita in periferia. Adesso viene costruita nella spaziosa area mercatale. Sabato 25 sarà data alle fiamme.

E' già del tutto consumata, invece, la focara di Magliano, ma non le polemiche che sono divampate al momento della tragicomica cerimonia di accensione. Il prossimo anno con quella cenere e con quel carbone si potrebbero riempire innumerevoli calze. L'auspicio è, invece, che il Santo del fuoco (ma anche delle cose perse) si adoperi per far ritrovare nella frazione l'armonia necessaria alla buona riuscita dei futuri festeggiamenti in suo onore".

Luciano Merli

070_annaluce.jpg170_pneumatic.jpg180_quarta.jpg045_vcn.jpg025_martena.jpg030_ortokinesis.jpg030_solazzo.jpg