Sabato 24 febbraio 2024 è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale, la Legge di delegazione europea che contiene, all'articolo 4, la delega al governo a modificare il codice di procedura penale prevedendo “…il divieto di pubblicazione integrale o per estratto del testo dell'ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari ovvero fino al termine dell'udienza preliminare...”.
La norma, ribattezzata “legge bavaglio”, molto criticata dai giornalisti che metterà il bavaglio alla stampa, secondo il Governo, tale norma serve a dare attuazione alla direttiva sulla presunzione di innocenza, allineandosi così alla legge di delegazione europea – legge che ogni anno serve a recepire le direttive di Bruxelles.
Vediamo nel particolare di cosa si tratta. Dal 2017 a questa norma è stata applicata un’eccezione: l’ordinanza di custodia cautelare, cioè l’atto firmato dal giudice delle indagini preliminari in cui si illustrano le ragioni che lo hanno indotto a ordinare l’arresto di un indagato su richiesta del pubblico ministero, può essere pubblicata anche letteralmente, e non solo “nel contenuto” (cioè attraverso un riassunto), una volta che è stata eseguita, in pratica, dopo che l’indagato e il suo difensore ne siano venuti a conoscenza. Una modifica introdotta dall’ex ministro della Giustizia, Andrea Orlando, per ragioni di trasparenza e chiarezza, basata sul principio che è meglio riprodurre il ragionamento del giudice e le prove a suo sostegno anziché la sintesi di terzi. Con questa nuova norma è arrivata la stretta per i giornali.
La norma delega il governo a “modificare l'articolo 114 del codice di procedura penale prevedendo, nel rispetto dell'articolo 21 della Costituzione e in attuazione dei principi e diritti sanciti dagli articoli 24 e 27 della Costituzione, il divieto di pubblicazione dell'ordinanza di custodia cautelare finché non siano concluse le indagini preliminari, ovvero fino al termine dell'udienza preliminare in coerenza con quanto disposto dagli articoli 3 e 4 della direttiva Ue 2016/343 del Parlamento europeo e del Consiglio del 9 marzo 2016”.
In pratica non sarà possibile pubblicare né l’integrale, né estratti dell'ordinanza di custodia cautelare. I cittadini dunque, finché non siano concluse le indagini preliminari, ovvero fino al termine dell'udienza preliminare, non potranno più essere informati su alcuni dettagli rilevanti, dal momento che nel testo dell'ordinanza figurano in genere arresti, interrogatori, intercettazioni, e perquisizioni disposte dall’Autorità Giudiziaria. In pratica tutta la cronistoria di un caso giudiziario.
Si tratta di un cambiamento storico che avrà un impatto sul racconto delle vicende giudiziarie da parte dei media?
Lo vedremo con il passare del tempo visto la battaglia intrapresa dalle varie associazioni che confidano in una petizione presso l’Unione Europea, la quale sarà chiamata a esaminare la “legge bavaglio” introdotta in Italia e valutare la compatibilità con i principi europei di libertà di stampa e di informazione.
Emanuele Ingrosso