Terzo pari consecutivo del Lecce che esce indenne dal "Rigamonti" di Brescia, trasferta storicamente stregata per i giallorossi.
Un punto prezioso su un campo indubbiamente complicato che allunga la striscia di risultati utili, se non fosse per le solite preoccupazioni che si accumulano di giornata in giornata sulla gestione della gara da parte di Marco Baroni: è sembrato infatti di rivivere il remake delle sfide con il Perugia e l'Ascoli. Un grande primo tempo, dove le rondinelle soffrono la pressione e le folate offensive giallorosse, un secondo tempo non propriamente all'altezza ed un allenatore sempre e costantemente in balia delle mosse avversarie: cambi tardivi e non in grado di invertire l'inerzia, con giocatori ormai caduti nel dimenticatoio (Rodriguez). Insomma un film già visto. Delle due l'una: o il Lecce non ha a disposizione una panchina all'altezza, come tutti noi tifosi (dirigenza compresa) pensiamo, oppure il tecnico non è in grado di gestire una rosa così ampia. E considerando le qualità (indubbie) dei vari Rodriguez, Bjorkengren (oggi si è rivisto), Listkowski, Calabresi ecc. i limiti penso proprio siano del tecnico, da questo punto di vista: bravo nel preparare le partite, meno nella lettura e nella gestione dei cambi. Sostituire al limite dell'80esimo ogni volta, non sfruttare la profondità della rosa anche nei turni infrasettimanali, entrare in conferenza al nome di "Tutti titolari" e poi comportarsi all'esatto contrario risulta francamente stucchevole.
Ora testa al Cosenza, con la consapevolezza di essere forti e, nella speranza di rivedere il miglior Coda (oggi insufficiente) e di metter da parte una volta per tutte la buona dose di sfortuna che ci perseguita (altro palo oggi, quello di Strefezza).
Up Strefezza, Dermaku
Down Gargiulo, Coda
Emanuele Spagnolo